Uno studio ipotizza che le polveri fini abbiano accelerato la diffusione dell'infezione in Pianura Padana
Il presidente lombardo Fontana minaccia un inasprimento delle misure
ROMA - «Credo che nelle prossime ore bisognerà prendere in considerazione la possibilità di porre il divieto completo di attività all'aperto». Lo ha detto il ministro italiano dello Sport, Vincenzo Spadafora, intervistato dal Tg1 sulle misure anti Coronavirus.
«Abbiamo lasciato questa opportunità perché ce lo consigliava anche la comunità scientifica. Ma se l'appello di restare a casa non sarà ascoltato saremo costretti anche a porre un divieto assoluto», ha spiegato.
Fontana minaccia le misure forti - «Purtroppo i numeri del contagio non si riducono, continuano a essere alti. Fra poco non saremo più nelle condizioni di dare una risposta a chi si ammala». Lo ha dichiarato il presidente della Lombardia Attilio Fontana, chiedendo a tutti di restare a casa. «Amici io lo sto dicendo in modo educato, ma fra un po' bisognerà cambiare il tono perché se non la capite con le buone bisogna essere un pò più aggressivi anche nel farvela capire. Non vi stiamo chiedendo un sacrificio così, ma per salvare delle vite umane. Ogni uscita di casa è un rischio per voi e per gli altri». Fontana non esclude un inasprimento delle misure. «Per adesso ve lo chiediamo con la consueta tranquillità ma, se si dovesse andare avanti, chiederemo al governo anche le maniere forti».
Coronavirus e polveri fini - Le polveri sottili «accelerano la diffusione dell'infezione» da nuovo coronavirus, nel Nord Italia e in particolare nella Pianura Padana. È quanto emerge da uno studio della Società italiana di medicina ambientale (Sima) con le Università di Bologna e Bari.
Esaminati i dati relativi a tutte le centraline di rilevamento sul territorio italiano, insieme ai casi di contagio riportati dalla Protezione Civile: «Alte concentrazioni di polveri fini a febbraio in Pianura Padana hanno esercitato un'accelerazione anomala alla diffusione virulenta dell'epidemia», rileva lo studio. Secondo i ricercatori le polveri sottili «stanno veicolando il virus».
In Pianura Padana, «si sono osservate le curve di espansione dell'infezione che hanno mostrato accelerazioni anomale, in evidente coincidenza, a distanza di 2 settimane, con le più elevate concentrazioni di particolato atmosferico, che hanno esercitato un'azione di boost, cioè d'impulso alla diffusione virulenta dell'epidemia», sottolinea Leonardo Setti, ricercatore del dipartimento di Chimica dell'Università di Bologna. Che spiega: «Le alte concentrazioni di polveri registrate nel mese di febbraio in Pianura Padana hanno prodotto un'accelerazione alla diffusione del COVID-19. L'effetto è più evidente in quelle province dove ci sono stati i primi focolai».
Le polveri sottili, afferma Gianluigi de Gennaro, ricercatore al dipartimento di Biologia dell'Università di Bari, «stanno veicolando il virus. Più ce ne sono, più si creano autostrade per i contagi. È necessario ridurre al minimo le emissioni, sperando in una meteorologia favorevole».