Si cercano elementi probatori relativi alla mancata consegna di 25mila dispositivi
La magistratura sta indagando sul conto legato a un trust delle Bahamas della madre del presidente Fontana
MILANO - I militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di finanza, su delega della Procura di Milano, stanno effettuando perquisizioni presso la Dama Spa, l'azienda di cui è amministratore delegato Andrea Dini, cognato del governatore lombardo Attilio Fontana, e che è al centro del caso camici in Lombardia in cui risultano entrambi tra gli indagati.
Da quanto si è appreso, le Fiamme Gialle stanno cercando elementi probatori relativi alla mancata consegna di 25mila camici avvenuta dopo che la fornitura di 75mila pezzi si è trasformata, nelle intenzioni dichiarate, in donazione.
Indagini sulle Bahamas - Sono in corso da parte della magistratura milanese che indaga sul caso del camici in Lombardia approfondimenti sul conto legato a un trust costituito nel 2005 alle Bahamas dalla madre anziana del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e sul quale è confluito il patrimonio di un precedente trust, datato 1997 e sempre con sede a Nassau.
Un 'tesoro' di 5,3 milioni di euro che il Presidente lombardo ha ereditato e nel 2015 ha 'scudato' e depositato su un conto in Svizzera di cui, fino a quando non è emerso nell'inchiesta della Procura, non si sapeva nulla.
I pubblici ministeri, attraverso la documentazione acquisita, stanno passando al setaccio le movimentazioni di quel conto collegato al trust "Montmellon Valley Inc." sul quale, come ha pubblicato la newsletter del 'Domani', il quotidiano che uscirà in autunno, tra «il 2009 e il 2013, (...) c'è vita» e sul quale 11 anni fa figuravano «4.565.839 milioni di euro» mentre «cinque anni dopo (...) era più ricco di quasi 200 mila euro».
Dai dati della relazione allegata alla voluntary disclosure ora acquisita agli atti del fascicolo, e riportati dalla newsletter online, emerge come nel 2009 la cifra depositata era di 4.565.839 milioni e come l'anno dopo era cresciuta di 129 mila euro mentre nel 2011 il saldo era di 4.162.911 milioni con un calo di oltre mezzo milione di euro. E ancora nel 2012 il capitale era tornato a crescere di 442 mila euro e nel 2013 l'estratto conto era di 4.734.478 milioni.
In un'intervista a Repubblica, pubblicata oggi, Fontana ha dichiarato che il «conto non era operativo da decine di anni. Penso almeno dalla metà degli anni Ottanta». Nei giorni scorsi Jacopo Pensa, il difensore di Fontana, che è tra gli indagati nell'inchiesta, ha affermato che quella proveniente dal trust di «una eredità, scudata, regolarizzata, tracciabile e assolutamente ufficiale».