L'Authority che gestisce la via d'acqua artificiale ora non esclude un «errore tecnico o umano»
SUEZ - «Non possiamo determinare un calendario per la fine della crisi» creata dalla nave incagliatasi nel Canale di Suez.
Lo scrive su Twitter Al Jazeera riportando una dichiarazione del presidente dell'Authority del Canale, l'ammiraglio Osama Rabie, circa il blocco della via d'acqua e l'ingorgo di almeno altre 321 navi in attesa di transitare.
Alla domanda su quando la nave potrebbe tornare a navigare, Rabie ha però detto che è possibile «oggi o domani, dipende dalla reattività della nave alle maree».
L'ammiraglio ha notato che ieri mattina le eliche avevano potuto girare, sebbene non a piena velocità, ma poi era stato necessario fermarle a causa di un cambio della marea e tornare all'impiego di scavatrici.
Non è stata colpa solo del maltempo - Rabie ha poi detto che un «errore tecnico o umano» potrebbe aver contribuito all'incagliamento della Ever Given: lo riferisce un tweet di Sky News Arabiya. Il maltempo non è la causa principale dell'incidente, e ve ne sono altre, ha ribadito, mettendo ulteriormente in dubbio la già controversa tesi iniziale che attribuiva l'incidente alla scarsa visibilità causata da una tempesta di sabbia.
«Le forti raffiche di vento e i fattori meteorologici non sono le sole ragioni principali dello spiaggiamento della nave. Anche altri errori, umani o tecnici, sono potuti entrare in gioco», ha detto l'ammiraglio in una conferenza stampa a Suez.
Eppure era stato un comunicato del portavoce dell'Authority, George Safwat, a sostenere che perdita di orientamento del cargo che portato all'incagliamento è avvenuto per «assenza di visibilità» causata da una «tempesta di vento» che ha colpito la zona con venti di «40 nodi».