C'è grande preoccupazione nella comunità degli scalatori, situazione imbarazzante per il governo nepalese
KATHMANDU - C'è preoccupazione per l'aumento di positività ai tamponi nel campo base dell'Everest, in Nepal.
Il numero crescente di persone che presentano sintomi Covid preoccupa sia le autorità nepalesi che gli stessi responsabili dell'accampamento, dal quale partono poi le spedizioni che vanno all'assalto della vetta più alta del pianeta con i suoi 8848 metri. Tra gli scalatori del campo base e di quelli più avanzati, che sono stati mandati negli ospedali della capitale Kathmandu per essere testati, sono 17 le positività accertate. Altre persone sono risultate contagiate dopo essere state analizzate in una clinica privata, ha appreso la Bbc.
La situazione rischia di mettere in serio imbarazzo il governo nepalese, che finora ha negato di essere a conoscenza di positivi al coronavirus nel campo base dell'Everest. La possibile chiusura dell'area e lo stop alle spedizioni straniere sarebbero un durissimo colpo per l'intera economia nepalese, come si è visto lo scorso anno quando la montagna più alta del mondo fu dichiarata inaccessibile nel corso della prima ondata.
Nella comunità degli scalatori si sta facendo strada il timore che il campo base possa diventare un focolaio di contagi, con gravissime conseguenze a causa della distanza dagli ospedali e per le circostanze particolari del luogo (basse temperature, mancanza di ossigeno e così via).