Il numero 10 dell'Everton è stato arrestato e rilasciato venerdì scorso.
LIVERPOOL - È ancora il mondo del calcio a occupare oggi buona parte delle prime pagine virtuali del panorama mediatico d'oltremanica. Questa volta però non si parla, purtroppo, di dribbling, scatti improvvisi sulla fascia e tiri a giro insaccati a fil di palo, ma di un sospetto caso di pedofilia e dell'arresto di un giocatore (nel frattempo rilasciato) della Premier League inglese.
Dall'Islanda, dopo la pubblicazione sul popolare quotidiano Morgunbladid, rimbalza il nome di Gylfi Sigurdsson, centrocampista islandese e maglia numero 10 dell'Everton, sospettato di reati di natura sessuale su minore. Le manette ai polsi del giocatore sono scattate venerdì scorso, ma lo scossone sul "versante blu" del Merseyside si è innescato solo nella tarda serata di lunedì, quando sul sito dei "Toffees" ha fatto la propria comparsa uno stringatissimo comunicato ufficiale.
L'Everton «conferma di aver sospeso un giocatore della prima squadra nell'ambito di un'inchiesta di polizia in corso. Il Club continuerà a sostenere le autorità e le loro indagini e non rilascerà per il momento ulteriori dichiarazioni».
Per risalire al nome ci è voluta qualche ora in più, anche se il cerchio ha iniziato ben presto a stringersi dopo che alcuni "connotati" del numero 10 hanno iniziato a circolare tra i tabloid britannici: 31 anni, punto fermo della propria nazionale e con un cartellino che nel corso degli anni è stato oggetto di trasferimenti milionari (il suo approdo nel 2017 nella Liverpool "blu" costò 44 milioni di sterline - circa 55 milioni di franchi - alle casse del club, diventandone l'acquisto più costoso).
Stando a fonti interne di polizia, citate da alcuni portali britannici, l'abitazione del giocatore sarebbe stata perquisita a fondo e sarebbero stati trovati «numerosi oggetti, poi sequestrati dagli agenti». Il giocatore è stato quindi preso in custodia e «interrogato in relazione a reati molto gravi», prima di essere rilasciato su cauzione.