La protesta contro l'entrata in vigore dell'obbligo del Green pass sui luoghi di lavoro è sfociata nella violenza.
Bombe carta e guerriglia urbana con i leader di Forza nuova a fomentare la rivolta. Unanime la condanna per questi disordini. Lamorgese: «Inquietante cariva eversiva».
ROMA - Un assedio ai palazzi del potere, manovrato dai gruppi dell'ultradestra pronti ad alzare la tensione e iniettare violenza in piazza a meno di una settimana dall'entrata in vigore dell'obbligo del Green pass sui luoghi di lavoro.
Si accende con scene che non si vedevano da tempo, la rabbia dei manifestanti in strada contro il certificato verde a Roma e a Milano: nella Capitale sono state diverse le cariche delle forze dell'ordine intervenute per ore con idranti e lacrimogeni, tentando di contenere il corteo non autorizzato e diretto a Palazzo Chigi e Montecitorio. Il bilancio al momento è di tre fermati e alcuni feriti tra agenti e manifestanti.
Ancora una volta è stata Forza Nuova a montare il dissenso di migliaia di manifestanti, per la maggior parte lavoratori di ogni età arrivati soprattutto dal Nord del Paese. E nel mirino non sono finite soltanto le istituzioni. Con un atto definito di «squadrismo» da diverse forze politiche, un gruppo di persone si è staccato dai manifestanti per assaltare la sede della CGIL, colpevole - hanno urlato ai megafoni dopo aver sfasciato i locali - di non difendere i lavoratori che saranno obbligati a presentare il passaporto verde.
Se a Milano il consueto sit-in del sabato organizzato dal movimento No Pass è diventato un corteo spontaneo che ha mandato in tilt il traffico del centro, a Roma la manifestazione pacifica organizzata nel pomeriggio in piazza del Popolo è rapidamente degenerata. Qui i manifestanti si sono prima diretti senza autorizzazione verso Villa Borghese scontrandosi una prima volta con le forze dell'ordine, poi in migliaia hanno puntato al Parlamento e alla sede della presidenza del Consiglio, dove a pochi metri - a Largo Chigi - un cordone delle forze dell'ordine ha evitato il peggio. Bombe carta, oggetti trovati per strada e perfino biciclette e monopattini sono stati lanciati contro gli agenti, che hanno reagito esplodendo lacrimogeni e attivando idranti per disperdere la folla.
Le stesse immagini si sono ripetute per ore, con i manifestanti che battevano in ritirata per poi attaccare su altri fronti per le vie limitrofe in via del Corso, in fuga dai blindati che zigzagavano tra cumuli di monopattini elettrici ormai diventati dei rottami. E tra le vie dello shopping alcune barriere lungo il perimetro dei lavori in corso sono state divelte assieme a diversi sanpietrini. Davanti, a fare da 'testa d'ariete', si sono piazzati gli esagitati, mentre alle loro spalle c'era il fiume di manifestanti con le mani alzate o che esponeva bandiere tricolore o cartelli contro "La nuova Norimberga" e "Per la libertà del popolo".
I frontman del corteo sono stati i leader di Forza Nuova: tra questi, Roberto Fiore e gli esponenti romani Giuliano Castellino e Stefano Schiavulli, circondati da volti incappucciati, saluti romani e simboli della galassia neofascista. Gli attriti anche all'interno del corteo non sono mancati, in molti hanno condannato l'azione dei violenti, alcuni dei quali sono stati fermati dagli agenti, mentre qualche manifestante è stato ferito. Un altro rischio è stato sfiorato anche da una camionetta di militari che, smontando da un servizio di presidio, si è ritrovata tra la folla del corteo accerchiata da alcuni manifestanti, che però dopo qualche minuto hanno lasciato passare la macchina.
La condanna dei disordini è stata unanime. La ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, parlando «d'inquietante carica eversiva» ha commentato così «una giornata difficile per l'ordine pubblico». Ma se dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al premier Mario Draghi, tutti hanno stigmatizzato gli scontri con le forze dell'ordine, il fronte istituzionale comincia a dividersi, con Lega e FdI che chiedono le dimissioni della titolare del Viminale, alle prese con la complicata gestione dell'ordine pubblico. In poche ore i resistenti della "dittatura sanitaria" sono caduti nella macchia dello "squadrismo di piazza".