Un portavoce fa luce su quanto accaduto questa mattina. L'uomo non era noto alle forze dell'ordine
CANNES - Il profeta, un coltello e quattro poliziotti. Un portavoce fa luce su quanto accaduto questa mattina alle porte del Commissariato di Cannes, quando degli agenti sono stati aggrediti da un uomo con un'arma da taglio.
È successo all'alba. Come spiega Nicolas Vincent, del sindacato di polizia Alliance Police 06, interpellato da Nice-Matin, «una pattuglia stava partendo in servizio. Quattro poliziotti sono saliti su un veicolo e un uomo si è presentato alla portiera con la scusa di chiedere informazioni. Una volta la portiera aperta, ha pugnalato rapidamente un agente». Subito, gli altri tre ufficiali che si trovavano nella volante, sono usciti e hanno preso posizione. «Ha fatto il giro dell'auto e ha cercato di colpire un altro poliziotto. Ma i due agenti restanti si sono messi fra l'aggressore e la vittima e hanno sparato». Sono stati esplosi tre colpi, ma solo due hanno raggiunto l'assalitore: uno nelle gambe e uno in pancia.
Per quanto riguarda le ferite, gli agenti di polizia hanno riportato solo leggere ferite, compreso il poliziotto che è stato pugnalato. Indossava il giubbotto antiproiettile e la lama del coltello si è piegata nell'impatto. Due funzionari sono invece stati sfiorati da delle schegge dei proiettili. I quattro agenti sono stati portati in ospedale in stato di shock.
L'aggressore si trova invece in terapia intensiva e le sue condizioni di vita sono critiche. Ha 37 anni e ha un regolare permesso di soggiorno italiano, ma è in Francia dal 2016. Ha un passaporto algerino ed è arrivato in Europa tra il 2009 e il 2010. Prima di stabilirsi nel dipartimento delle Alpi Marittime, ha fatto più volte avanti e indietro tra Italia e Francia. Secondo il ministro dell'interno Gérald Darmanin aveva recentemente richiesto un permesso di soggiorno francese. Ha inoltre aggiunto che l'uomo non era noto alle forze dell'ordine e non fa parte della Fiche S, uno schedario nel quale vengono inseriti gli individui considerati una grave minaccia alla sicurezza nazionale dalla Repubblica francese e che sono quindi tenuti sotto sorveglianza.
Nonostante l'uomo abbia gridato durante l'aggressione di agire in nome del profeta, la pista terroristica, di cui si parlava questa mattina, non è attualmente seguita. La squadra antiterrorismo è sul posto, ma segue l'inchiesta dall'esterno.