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STATI UNITISparatorie nelle scuole: «Un problema unicamente americano, del quale ci dobbiamo occupare»

01.12.21 - 09:30
È salito a tre morti e otto feriti il bilancio della sparatoria nel liceo di Oxford. Il racconto di un testimone
keystone-sda.ch (Ryan Garza)
È salito a tre morti e otto feriti il bilancio della sparatoria nel liceo di Oxford, in Michigan.
È salito a tre morti e otto feriti il bilancio della sparatoria nel liceo di Oxford, in Michigan.
Sparatorie nelle scuole: «Un problema unicamente americano, del quale ci dobbiamo occupare»
È salito a tre morti e otto feriti il bilancio della sparatoria nel liceo di Oxford. Il racconto di un testimone

OXFORD - È salito a otto il bilancio dei feriti della sparatoria avvenuta martedì in un liceo di Oxford, in Michigan. Si tratta di sette studenti e un insegnante, tutti raggiunti da colpi d'arma da fuoco. Le condizioni di tre di essi sono giudicate critiche, specialmente quelle di una 14enne che è stata operata ed è attaccata a un respiratore. Il docente colpito ha già potuto lasciare l'ospedale, mentre gli altri tre allievi sono stabili.

Lo sceriffo della contea di Oakland, Michael Bouchard, ha rivelato le identità delle vittime: si tratta di un 16enne, di una 14enne e di una 17enne.

«Il peggior incubo» - «Penso sia il peggior incubo di ogni genitore» ha dichiarato la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer. «Il mio cuore è vicino alle famiglie. È una tragedia inimmaginabile. Spero che tutti noi possiamo cogliere l'occasione e stringerci intorno alle famiglie, ai ragazzi colpiti, al personale scolastico e a questa comunità». Whitmer considera le sparatorie negli istituti scolastici «un problema unicamente americano, del quale ci dobbiamo occupare».

Il racconto di un testimone - Aiden Page, studente della Oxford High School che ha vissuto in prima persona gli attimi di terrore durante la sparatoria, ha raccontato alla Cnn che un proiettile ha perforato uno dei banchi che sono stati usati per fare una barricata nella sua classe e impedire al killer di accedervi. «Abbiamo sentito due colpi di pistola, dopodiché il mio insegnante è corso nella stanza, l'ha chiusa a chiave, ci siamo barricati e poi abbiamo coperto le finestre e ci siamo nascosti». L'intera classe è stata bloccata per un'ora, ha spiegato Aiden, aggiungendo che alcuni compagni si sono armati con tutti gli oggetti possibili, nel caso di un corpo a corpo con l'aggressore. «Abbiamo preso le calcolatrici, le forbici. Alcuni piangevano, altri cercavano di sostenere gli altri. Altri cercavano di trovare delle idee per ogni evenienza».

L'intera esperienza è stata «folle», ha aggiunto. «La primissima cosa nella mia testa è stata, 'Sta succedendo davvero? Manderò un messaggio alla mia famiglia, dicendo che li amo per ogni evenienza, se dovessi morire.' Poi, quando tutto si è calmato per un secondo, sono stato in grado di riprendere fiato e razionalizzare le cose».

Il sospettato - Il presunto autore della sparatoria, un 15enne che frequenta il secondo anno di liceo, è stato fermato due o tre minuti dopo l'arrivo della polizia sul posto. Alla vista degli agenti ha alzato le mani e si è lasciato catturare senza opporre resistenza. Il vicesceriffo Michael McCabe ha spiegato che i suoi genitori hanno ingaggiato un avvocato e non gli hanno permesso di parlare con la polizia. L'adolescente si trova nel centro di detenzione giovanile della contea ed è sotto sorveglianza continua, per impedire che possa togliersi la vita.

La sparatoria - È emerso che l'arma usata, una pistola semiautomatica calibro 9, era stata acquistata venerdì dal padre del sospettato. Quando gli inquirenti l'hanno recuperata conteneva ancora sette colpi. Le telecamere di sorveglianza della scuola hanno permesso di appurare che il giovane è uscito dal bagno con l'arma. Sarebbero stati sparati tra 15 e 20 colpi e non vi è alcuna indicazione che il giovane indossasse un giubbotto antiproiettile. «In questo momento, crediamo che abbia agito da solo» ha aggiunto McCabe. «Non abbiamo un movente in questo momento. Stiamo ancora indagando».

Gli agenti hanno compiuto una perquisizione a casa del presunto omicida, sequestrando un telefono e altri oggetti da esaminare. Da chiarire anche il significato delle foto dell'arma e di un bersaglio pubblicate dal sospettato sui social.

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