Boris Johnson punta sulle terze dosi: «Garantite entro fine anno per tutti gli adulti». E non esclude nuove misure
Il premier non esclude che la variante possa essere collegata a sintomi più blandi. L'attenzione però è in questo momento rivolta all'aumento dei casi e dei ricoveri, a cui anche Omicron sta contribuendo.
LONDRA - La variante Omicron del coronavirus è sempre più presente nel Regno Unito, dove oggi è stata registrata anche la prima vittima legata all'ultima (preoccupante) evoluzione del patogeno. Ne ha dato conferma in prima persona il premier Boris Johnson.
«Sfortunatamente almeno un paziente con Omicron è deceduto» ha detto, sottolineando come la variante stia «facendo aumentare i ricoveri» oltremanica. L'Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (Ukhsa) ha dato notizia di altre 1'576 infezioni e di una decina di ospedalizzazioni dovute a Omicron, con pazienti che vanno dai 18 agli 85 anni. Di questi ultimi, la maggioranza aveva ricevuto due dosi di vaccino. «I nostri dati mostrano che la terza dose offre una protezione più efficace contro la variante rispetto alle sole prime due», ha spiegato la dottoressa Susan Hopkins dell'Ukhsa.
Anche a Londra si punta sulla via maestra delle terze dosi per porre un freno all'ondata in corso. E lo stesso premier, nel suo ultimo appello, ha invitato tutti a mettere per ora da parte l'ipotesi - non ancora confermata - che Omicron provochi solamente sintomi più blandi. «L'idea che sia una versione più lieve del virus, credo sia qualcosa da accantonare per concentrarci sul ritmo serrato con cui» la variante «si sta facendo strada tra la popolazione». La «cosa migliore per tutti è la terza dose», che sarà disponibile per tutti gli adulti «entro la fine dell'anno», ha garantito Johnson.
Quello che al numero 10 di Downing Street viene considerato come «il giusto approccio» non esclude però la possibilità che il Natale oltre la Manica porti con sé ulteriori restrizioni. «Durante tutta la pandemia ho spesso insistito con la popolazione sul fatto che dobbiamo osservare dove la pandemia si muove e fare qualsiasi passo necessario per proteggere la salute pubblica».