Gli esperti avvertono: è «un'epidemia destinata a espandersi a livello globale»
NEW YORK - È emergenza oppioidi in Nord America. Nel 2020 è stato raggiunto il record di decessi, 76mila, e le stime per i prossimi anni parlano di 1,2 milioni di morti attesi entro il 2029 senza interventi che invertano il trend. I dati arrivano da un rapporto elaborato da una commissione di esperti coordinata dalla Stanford University School of Medicine, pubblicato su The Lancet, che parla di «un'epidemia destinata a espandersi a livello globale».
La pandemia di Covid-19, secondo gli esperti, «ha nascosto ed esacerbato la crisi degli oppioidi in Usa e Canada». I decessi per overdose in Canada sono aumentati del 72%, da 3'668 nel 2019 a 6'306 nel 2020, con altri 3'515 decessi segnalati nei primi sei mesi del 2021. Negli Stati Uniti il dato è salito del 37%, da 51'133 nel 2019 a 70'168 nel 2020, portando il numero totale di decessi da overdose di oppioidi dal 1999 a oggi a 583'000. Le prospettive sono ancora peggiori: le morti attese nei prossimi 10 anni sono oltre il doppio di quelle avvenute negli ultimi due decenni.
Gli oppioidi sono una classe di antidolorifici storicamente usati principalmente in chirurgia, cure palliative e cure oncologiche, «ma ora - spiegano gli esperti - vengono prescritti per molte condizioni croniche e a breve termine che vanno dal mal di schiena al mal di testa o alle caviglie slogate. In questo modo milioni di persone sono diventate dipendenti, prima dai farmaci prescritti e poi da sostanze illecite e sintetiche, come eroina e fentanyl».
Sebbene il picco del 2020 sia «in parte attribuibile agli effetti della pandemia», il trend crescente di decessi «era evidente già prima della pandemia», fanno sapere gli esperti che evidenziano come il fenomeno abbia avuto un impatto «catastrofico» anche a livello di società e salute pubblica, causando disabilità, disgregazione familiare, disoccupazione e abbandono dei bambini.