Il grosso dell'attività è concluso, gli agricoltori si lamentano per la cenere sui campi
CATANIA - Giovedì sera l'Etna è tornato a catturare l'attenzione dei siciliani. Una spettacolare eruzione ha provocato una fontana di lava e una nube di cenere che è stata calcolata in quasi 10 chilometri.
L'eruzione, spiegano i media italiani, era visibile non solo dalle vicine Catania e Taormina ma anche dalla Calabria e dalle isole Eolie. L'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia italiano ha spiegato che l'attività lavica nel cratere sud-est è cessata e la nube eruttiva si è dispersa nel settore occidentale dell'Etna.
È la prima eruzione dell'anno, per il vulcano siciliano. Resta l'allerta rossa per il traffico aereo, ma senza impatti sull'attività dell'aeroporto di Catania. Preoccupazione, invece, per le coltivazioni: «Torna per gli imprenditori agricoli l’incubo della cenere sulle colture» spiega Coldiretti Sicilia. «Siamo di fronte a cambiamenti per il vulcano e per questo occorre un nuovo sistema d'interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc. È un’emergenza continua, una vera e propria calamità quotidiana. Per pulire le strutture e le coltivazioni serve tempo, acqua e quindi l'impiego massiccio di manodopera con costi insostenibili, anche alla luce dei rincari che gravano sulle imprese».