È causata da un virus, ma non si sa ancora quale, ed è diffusa in diversi paesi europei. I sintomi e come riconoscerla
ROMA - Al 22 aprile sono giunte in totale 11 segnalazioni che fanno riferimento a pazienti infantili affetti da epatite , individuati in diverse Regioni italiane (Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto).
Lo conferma una circolare del Ministero della Salute italiano inviata oggi alle Regioni, alle strutture sanitarie e ai medici sui casi di epatiti acuta di natura non conosciuta apparsi in diversi Paesi europei. Solo due sono confermati e a uno giudicato “possibile” è stato eseguito un trapianto.
Stando al Corriere della Sera, che cita l'Eco di Bergamo, si troverebbero entrambi all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e avrebbero 11 e 6 anni.
I due, confermano le strutture sanitarie, non sarebbero però residenti nel Bergamasco. Si parla anche di un terzo caso, ritenuto solo probabile, a Roma di un bimbo arrivato in ospedale in condizioni gravissime.
Ancora avvolta nel mistero l'origine della malattia, che è dichiaratamente virale ma causata da un agente patogeno ignoto.
Una positività per adenovirus o per SARS-CoV-2 (i due ritenuti i più probabili responsabili) è stata per ora riportata solo in 2 casi sospetti: «Il ruolo degli Adenovirus in queste forme ipotizzato in UK, non è però confermato», conferma il Ministero.
Come riconoscerlo, e quanto è grave?
Al momento, su questa nuova forma di epatite infantile si sa molto poco. Al di là dell'origine (virale, come già scritto) si conosce la sintomatologia - anche se la casistica non è molto estesa - ovvero forti e prolungati disturbi gastrointestinali, febbre e l'itterizia (ovvero la colorazione giallastra di cute e mucose). La fascia d'età colpita arriva fino ai 10 anni ma la maggiore diffusione è in quelli di 6 anni e meno. Il tasso d'ospedalizzazione non è trascurabile, alcuni bimbi hanno necessitato di un trapianto di fegato (l'incidenza sarebbe del 10%). Secondo gli esperti il rapporto diretto con il Covid resta poco probabile mentre quello con il vaccino è escluso più o meno categoricamente.