La presunta complice di Jeffrey Epstein è stata posta in isolamento in carcere
NEW YORK - Ghislaine Maxwell, a processo con l'accusa di complicità nella rete di abusi sessuali ai danni di ragazze minorenni messa in piedi da Jeffrey Epstein, è stata messa sotto sorveglianza in quanto giudicata a rischio suicidio. Una circostanza, riferiscono i media statunitensi, che potrebbe far slittare la sentenza, prevista per martedì.
Maxwell «non è in grado di prepararsi adeguatamente per la condanna» ha scritto il suo legale, Bobbi Sternheim, al giudice che sovrintende al caso. I funzionari del Metropolitan Detention Center di Brooklyn hanno spostato la 60enne in isolamento, in una stanza pensata appositamente per impedire gesti estremi e nella quale non ha a disposizioni documenti legali, abiti e nemmeno sapone e dentifricio. L'avvocato smentisce i propositi suicidiari di Maxwell, ma sottolinea che la circostanza impedisce di «rivedere il materiale legale prima della condanna». Inoltre viene «privata del sonno e le viene negato il tempo sufficiente per incontrare e conferire un avvocato».
La richiesta formale di rinvio della sentenza sarà presentata lunedì.