In una intervista, Albin Kurti si dice preoccupato per un'eventuale esportazione del conflitto ucraino nei Balcani
PRISTINA - Mentre si attende la risposta della Nato relativamente alla richiesta serba d'inviare circa mille uomini, tra soldati e poliziotti, nel nord del Kosovo, il premier kosovaro Albin Kurti avverte che la Russia sta accendendo ancor più la tensione a causa dell'incerta situazione sul fronte ucraino.
Si cerca di mediare - A questo proposito, il Guardian oggi riporta che membri della Narodne Patrole, organizzazione nazionalista serba con legami con il gruppo paramilitare russo Wagner, si era ammassato domenica sul lato serbo del confine tra Serbia e Kosovo, minacciando di affrontare le truppe Nato. Kurti ha autorizzato nel frattempo le truppe Kfor di tentare la mediazione con i manifestanti di etnia serba, per cercare di convincerli a sciogliere pacificamente i blocchi stradali.
Le parole del premier kosovaro - «L'UE e gli Stati Uniti sono d'accordo sul fatto che le barricate devono essere rimosse. Ma sono anche preoccupati di come questo possa essere usato e abusato da Belgrado - ha detto Kurti - Penso che la preoccupazione dei nostri partner e amici occidentali siano i legami di Belgrado con Mosca». Sempre secondo il Primo Ministro kosovaro, i russi avrebbero interesse a esportare la loro campagna bellica nei Balcani «dove hanno un cliente che si trova a Belgrado».
Da parte sua il Cremlino ha detto di volere una soluzione «diplomatica» ma che si impegna a «garantire che tutti i diritti dei serbi siano rispettati».