Le ha invocate il primo ministro Benjamin Netanyahu «nei confronti delle famiglie dei terroristi che esprimono sostegno al terrorismo»
TEL AVIV - Oltre le misure già annunciate, il premier Benjamin Netanyahu ha invocato ulteriori provvedimenti - da trasformare in legge - di «deterrenza nei confronti delle famiglie dei terroristi che esprimono sostegno al terrorismo».
Tra queste, «la revoca della residenza e della cittadinanza» e il loro «trasferimento nel territorio dell'Autorità palestinese» (Anp). C'è poi «il licenziamento immediato dei lavoratori che hanno sostenuto il terrorismo, senza bisogno di un'udienza».
Nel frattempo sono stati messi i sigilli sia alla casa del palestinese autore dell'attentato nei pressi di una sinagoga a Gerusalemme che ha fatto sette morti israeliani sia a quello del ragazzo di 13 anni che ieri ha sparato, sempre a Gerusalemme, a un gruppo di israeliani ferendone due, padre e figlio.