Centinaia di incendi boschivi sono scoppiati in tre regioni del sud del Paese, distruggendo almeno 270mila ettari di terreno
SANTIAGO DEL CILE - Sono fuggiti con ciò che avevano indosso. Si sono buttati in acqua, immersi fino al collo, per salvarsi dal fuoco che avanzava. In soli due giorni un caldo record in Cile ha causato decine di incendi in tre regioni del Paese, che hanno distrutto almeno 800 abitazioni e ucciso più di 20 persone.
Più di 270mila ettari sono stati devastati dal fuoco, che si è propagato principalmente in tre regioni del sud, quelle di Biobio, Nuble e Araucania. Le temperature hanno superato i 40 gradi centigradi. In alcune zone, gli abitanti affermano di non avere memoria di un caldo tanto opprimente.
Al momento ci sono ancora centinaia di roghi attivi: solo venerdì, stando alla ministra degli Affari interni Carolina Tohá, se ne sono scatenati 76. In totale 148 sono stati domati, mentre 87 non sono ancora sotto il controllo dei vigili del fuoco. Numerosi Paesi, tra cui Spagna, Argentina e Stati Uniti, stanno inviando militi e aerei. Nelle zone più colpite sono situati frutteti e raccolti, i cui prodotti sono normalmente destinati al commercio globale.
Stando al bilancio attuale, fornito dalla Corporazione Nazionale Forestale cilena (Conaf), almeno 800 abitazioni sono andate distrutte, 23 persone hanno perso la vita e più di mille sono rimaste ferite. In decine si trovano in gravi condizioni. Nelle tre regioni interessate dagli incendi boschivi è stato dichiarato lo stato di emergenza.