Conclusa l'udienza preliminare a Manhattan: nessun provvedimento restrittivo per l'ex presidente
NEW YORK - Dopo essersi dichiarato non colpevole, davanti al giudice dell'udienza preliminare che lo vede imputato di 34 capi d'accusa, Trump ha lasciato il tribunale, senza nessun obbligo restrittivo. La prossima udienza è fissata per il 4 dicembre.
Ma andiamo con ordine. L'aula del giudice è al 15-esimo piano del tribunale di Manhattan. E Donald Trump, sotto la custodia della polizia, ci arriva in formale stato d'arresto e solo dopo le operazioni d'identificazione, con il prelievo delle impronte digitali. Mentre resta il mistero sullo scatto delle foto segnaletiche, espressamente richieste dallo stesso imputato.
Dopo le 14.20, le 20.20 in Svizzera, l'ex presidente, primo ad affrontare accuse penali, nel suo consueto outfit - camicia bianca, cravatta rossa e giacca blu - entra in aula, senza rilasciare nessuna dichiarazione ai giornalisti ammessi nel corridoio, dove lo aspetta il giudice Juan Merchan, per leggergli i 34 capi d'accusa nel caso Stormy Daniels.
I giornalisti non possono entrare ma sono ammessi solo cinque fotografi prima della lettura dei capi d'accusa: solo fermi immagine e nessun video è stato autorizzato. Negli scatti si vede un Trump leggermente imbronciato, seduto tra i suoi legali, Joe Tacopina, Boris Epshteyn, Susan Necheles e Todd Blanche. Nel frattempo, all'esterno i sostenitori del leader repubblicano si fanno notare indossando t-shirt con la scritta «Trump ha vinto», oltre a esporre uno striscione che riporta: «Trump o morte».
Pochi minuti prima dell'inizio dell'udienza, Alvin Bragg (49 anni), procuratore distrettuale di Manhattan, era stato visto uscire per poi rientrare dall'aula. Mentre, nello stesso momento, dalla Casa Bianca, la portavoce Karine Jean-Pierre, rispondendo ai giornalisti circa la reazione di Biden allo stato d'arresto del suo predecessore ha dichiarato che il presidente segue la vicenda ma che «non è il suo interesse prioritario di giornata».
Trump si dichiara non colpevole - All'interno dell'aula, circa 25 minuti dopo l'inizio dell'udienza, «The Donald» si dichiara non colpevole relativamente a tutti i capi d'accusa, inclusa la falsificazione contabile circa quegli ormai famosi 130 mila dollari, versati all'attrice hard Stormy Daniels - fin qui niente d'illegale - e poi contabilizzati falsificandone la natura. È qui che iniziarono infatti i guai del tycoon, che allora (nel 2016) era in campagna elettorale per l'elezione del 2017. Sì, perché secondo l'accusa, oltre al falso, è contestabile la violazione nell'utilizzo di fondi elettorali e il conseguente indiretto danno elettorale all'allora rivale Hillary Clinton.
Il tycoon esce dall'udienza alle 15.29 (21.29 in Svizzera) senza fare dichiarazioni: il giudice non ha fissato alcuna restrizione nei suoi confronti se non la raccomandazione di non incitare alla violenza. Prossima udienza è stata fissata per il 4 dicembre, mentre il processo potrebbe iniziare a gennaio (2024).
Ora Donald Trump è diretto all’aeroporto di New York, La Guardia, da dove volerà per la Florida. L’ex presidente dovrebbe parlare nella sua tenuta di Mar-a-Lago, alle 20.15 ora locale (2.15 in Svizzera).
Parlando con i giornalisti all'uscita del tribunale, l'avvocato difensore Joe Tacopina ha dichiarato che l'apertura del caso dimostra «che lo stato di diritto è morto in questo paese» e che «anche se non tutti sono al di sopra della legge, nessuno è nemmeno al di sotto di essa», riferendosi al suo assistito.