Il fedelissimo dell'ex presidente Nursultan Nazarbayev è stato condannato per alto tradimento e condannato a 18 anni di reclusione
ASTANA - L'ex capo dell'intelligence kazaka, Karim Masimov, considerato un fedelissimo dell'ex presidente Nursultan Nazarbayev, è stato condannato a 18 anni di reclusione in un caso ufficialmente legato alle drammatiche violenze e repressioni in Kazakistan del gennaio dell'anno scorso, nelle quali, secondo le autorità, hanno perso la vita 238 persone.
Lo riporta l'agenzia Interfax, secondo cui Masimov, che in passato è stato anche premier, è stato ufficialmente accusato di alto tradimento, tentativo di prendere il potere con la forza e abuso d'ufficio.
Stando a quanto scrive Reuters sul suo sito web, Masimov è stato accusato di essere tra i leader di un gruppo che avrebbe tramato un presunto tentativo di golpe, ma le autorità kazake non hanno detto chi, secondo loro, avrebbe tramato per prendere il potere come presidente. Il processo si è svolto a porte chiuse e non è chiaro se Masimov si sia detto colpevole o innocente. Tre vice di Masimov sono stati condannati a pene dai tre ai 16 anni. La sentenza non è definitiva e può essere impugnata in appello.
Masimov è ritenuto vicino a Nursultan Nazarbayev, che ha governato il Kazakistan per trent'anni soffocando ogni forma di dissenso e aveva mantenuto un vasto potere anche dopo essersi dimesso da presidente nel 2019. Ma all'inizio di gennaio del 2022, nel pieno delle violenze, l'attuale presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev lo ha sollevato dall'incarico di capo del Consiglio di sicurezza.
Nel corso del 2022, anche altre persone vicine a Nazarbayev si sono dimesse o sono state sollevate dagli incarichi che ricoprivano. Inoltre, la capitale è stata rinominata col precedente nome di "Astana" al posto di quello di "Nur-Sultan", assegnatole alcuni anni fa proprio in onore dell'ex presidente Nursultan Nazarbayev.