C'è la conferma ufficiale che a sparare è stato un ufficiale della Guardia nazionale, nessuna ipotesi di terrorismo
TUNISI - È salito a sei morti, tra cui l'attentatore, e otto feriti il bilancio di un attacco sferrato ieri sera contro la sinagoga di Ghriba, in Tunisia, da un ufficiale della Guardia nazionale che, poco prima, aveva ucciso un collega a 21 chilometri di distanza appropriandosi della sua pistola. Lo fa sapere il ministero dell'Interno tunisino senza avanzare alcuna ipotesi di terrorismo.
I fatti sono avvenuti nell'ultimo giorno del tradizionale pellegrinaggio ebraico che ogni anno vede riuniti a Djerba migliaia di fedeli di religione ebraica.
La dinamica - Il ministero ha confermato che l'attentatore ha dapprima ucciso un suo collega ad Aghir, il cui corpo è stato trovato poco dopo privo dell'arma d'ordinanza. L'omicida si sarebbe poi diretto verso il tempio, cercando di avvicinarvisi «sparando colpi casuali alle unità di sicurezza a difesa del luogo di culto. Gli agenti schierati gli hanno impedito di farlo e lo hanno eliminato».
Lui, intanto, ne aveva colpiti sei, uno dei quali a morte. Nello scontro a fuoco sono rimasti uccisi anche due pellegrini ebrei. Altri quattro civili sono rimasti feriti e trasferiti all'ospedale Sadok Mkadem, a 8 chilometri dalla sinagoga.
Il ministero assicura che la sinagoga, dove si stava celebrando un rito, è stata circondata, sottolineando che i visitatori sono stati messi al sicuro. Tuttavia, le indagini sono ancora in corso per scoprire «le cause di questo vile attacco», aggiunge il ministero, senza menzionare la parola "terrorismo".
L'ambasciata francese aveva riferito in precedenza «di un attacco nei pressi della sinagoga», mentre i media tunisini parlavano solo dell'uccisione del primo poliziotto e di spari uditi in sinagoga senza citare morti o feriti.
Il pellegrinaggio - Secondo gli organizzatori, più di 5'000 pellegrini ebrei, principalmente dall'estero, hanno preso parte quest'anno al pellegrinaggio alla Ghriba, la sinagoga più antica dell'Africa, ripreso lo scorso anno dopo un'interruzione di due anni a causa dell'epidemia di Covid-19.
Organizzato ogni anno il 33° giorno di Pasqua, il pellegrinaggio di Ghriba è al centro delle tradizioni dei tunisini di fede ebraica, che non superano i 1'500 all'anno, per lo più stabiliti a Djerba, contro i 100'000 prima dell'indipendenza nel 1956.
Altri pellegrini giungono tradizionalmente da vari paesi europei, Stati Uniti o Israele. Il loro numero è stato drasticamente ridotto dopo un attentato suicida contro la sinagoga nel 2002, che ha provocato la morte di 21 persone.