È quanto emerge da un rapporto, della serie 'Infanzia in pericolo', pubblicato dall'Unicef
BUENOS AIRES - L'America Latina «sta vivendo negli ultimi tempi una delle crisi migratorie infantili più grandi e complesse al mondo, con milioni di bambini, adolescenti e famiglie provenienti dall'America Latina e dai Caraibi che abbandonano le loro case e comunità a causa delle difficili condizioni esistenti nei loro paesi di origine».
È quanto emerge da un rapporto, della serie 'Infanzia in pericolo', pubblicato dall'Unicef, organizzazione dell'Onu per l'infanzia, in cui si sostiene inoltre che «alcuni intraprendono il viaggio a causa della povertà o del collasso dei servizi essenziali, altri a causa delle conseguenze devastanti di eventi meteorologici estremi o della minaccia della violenza armata».
In questo ultimo studio l'Unicef si è concentrata su tre flussi migratori chiave (Nord America Centrale e Messico, Haiti e Venezuela) che hanno evidenziato come il numero di bambini e adolescenti in movimento nella regione latinoamericana e dei Caraibi abbia «raggiunto i massimi storici e ora rappresenti una percentuale della popolazione migrante più elevata rispetto a qualsiasi altra regione».
A livello mondiale, spiega il rapporto, «i bambini e gli adolescenti rappresentano meno del 15% della popolazione migrante, mentre costituiscono il 25% delle persone in movimento in America Latina e nei Caraibi».
Nel 2022, si dice infine, «quasi 250mila migranti, di cui circa 40.000 bambini e adolescenti, hanno attraversato la pericolosa giungla del Darién, fra la Colombia e Panama. Si è trattato di quasi il doppio delle cifre dell'anno precedente e di 20 volte la media annuale dal 2010 al 2020». E solo nei primi sei mesi del 2023 hanno attraversato quel confine oltre 196mila immigrati, tra cui oltre 40mila bambini e adolescenti.