È ancora molto scosso il 35enne che guidava il velivolo schiantato al suolo molto probabilmente per un bird strike
TORINO - Un impatto inevitabile, con l'aereo posizionato in modo da evitare le case, ma la manovra non è bastata e l'auto su cui viaggiava una famiglia è stata colpita. «Sono profondamente addolorato per quello che è successo, sto solo pensando alla piccola»". È ancora molto scosso il maggiore Oscar Del Do', il pilota 35enne della Freccia Tricolore che ieri si è schiantata al suolo nei pressi dell'aeroporto Torino-Caselle e che ha portato alla morte di una bambina di 5 anni mentre il fratellino di 12 anni è rimasto ferito assieme ai genitori.
Colpa di un bird strike - L'ipotesi che l'incidente sia stato provocato da un bird strike - l'impatto con uno stormo di uccelli - sembra ormai certa. Così come ipotizzato anche dal generale Luigi Del Bene, comandante delle forze di combattimento di Milano. «La fase - spiega - era quella di decollo. Sulle cause non si può escludere nulla. Anche il bird strike. Di certo c'è stata una avaria al motore che ha smesso di funzionare: è stato il motivo per cui ha perso velocità in quota». Tutto è accaduto nell'ordine di pochi secondi: «è questo il tempo a disposizione per prendere delle decisioni. Lui si è concentrato sullo spostare l'aereo lontano da zone abitate», ha aggiunto il generale.
Intanto emerge più nel dettaglio quanto è accaduto negli istanti prima dell'impatto. L'aereo era appena decollato dall'aeroporto e dopo circa trenta secondi era già precipitato prendendo fuoco: appena in volo ha incontrato uno stormo di uccelli, almeno uno di questi è entrato nella presa d'aria e ha impattato il motore. L'"intruso" ha attivato un sensore di pressione che porta allo spegnimento del motore e la Freccia ha avuto un calo di potenza. Il tentativo del pilota di poter recuperare la situazione è proseguito: Del Do' ha applicato una procedura di emergenza ma la quota e la velocità basse non gli hanno consentito di avere il tempo necessario per provare un ciclo completo di riaccensione.
Con ogni probabilità Il nome del pilota dell'aereo sarà iscritto nel registro degli indagati della procura di Ivrea. Il passaggio è infatti imposto dalla procedura perché è necessario disporre una serie di accertamenti tecnici irripetibili. L'atto non comporta accuse specifiche o attribuzioni di responsabilità.
Aperta un'inchiesta - «Sulla vicenda un'inchiesta interna è stata già avviata, si apre istantaneamente in questi casi», dice il generale di Brigata aerea Urbano Floreani, capo ufficio della comunicazione dell'Aeronautica ed ex pilota della Frecce Tricolori, spiegando che «al momento della richiesta di rullaggio la torre di controllo rilascia informazioni ai velivoli che gli consentono di comprendere bene le situazioni meteorologiche, il vento, il Qnh (dati sulla pressione atmosferica - ndr), lo stato della base, i numero di sequenza al decollo e se ci sono degli impedimenti».
Insomma, dato anche il bird status (la situazione dei volatili) che sarebbe stato indicato come"moderato", quanto successo pare fosse praticamente inevitabile. «Se ci fossero state condizioni ambientali che raggiungevano parametri di incompatibilità col decollo, la torre stessa non avrebbe dato l'autorizzazione», sottolinea Floreani.
Intanto oltre alle analisi della scatola nera, le indagini disporranno anche il recupero di tutte le registrazioni della comunicazioni della torre e alcuni accertamenti sono già stati fatti come da protocollo anche sul pilota, dai rilievi sul suo sonno all'alcol e drug test.