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ITALIA / GERMANIATuretta catturato per le luci dell'auto spente

19.11.23 - 12:40
Un dettaglio che è risultato fatale al 22enne e che ha concluso la sua fuga, durata otto giorni
Depositphotos (huettenhoelscher)
Turetta catturato per le luci dell'auto spente
Un dettaglio che è risultato fatale al 22enne e che ha concluso la sua fuga, durata otto giorni

LIPSIA - Centinaia di chilometri percorsi nell'arco di poco più di una settimana, con spostamenti che solo lui potrà rendere chiari agli investigatori. È finita in Sassonia-Anhalt la fuga di Filippo Turetta, il 22enne accusato di aver rapito e presumibilmente ucciso la fidanzata Giulia Cecchettin, il cui corpo senza vita è stato ritrovato in una scarpata in Val Caltea, nel comune friulano di Barcis.

L'arresto - Gli inquirenti italiani erano certi che il giovane non si trovasse più sul territorio nazionale, dopo che la sua Grande Punto nera era stata individuata in territorio austriaco. Questa mattina la svolta con la notizia dell'arresto nella notte tra sabato e domenica all'altezza della cittadina di Bad Dürremberg, in Sassonia-Anhalt, a circa 150 chilometri di distanza da Lipsia. La sua auto era ferma sul margine dell'autostrada. Decisivo un dettaglio: la Grande Punto aveva le luci spente, mentre la legislazione tedesca prevede che debbano restare sempre accese.

Una circostanza che ha indotto un automobilista di passaggio a chiamare la polizia, segnalando una situazione di potenziale pericolo. Gli agenti della polizia stradale, giunti sul posto, hanno effettuato i controlli sull'identità del conducente ed è emerso che l'auto era stata segnalata dall'Interpol e sul capo del giovane pendeva un mandato di cattura europeo. Le autorità tedesche avrebbero detto ai colleghi italiani che Turetta non ha opposto resistenza all'arresto. Appariva anzi stanco e rassegnato. È emerso inoltre che l'auto era ferma sulla corsia d'emergenza in quanto aveva terminato il carburante e il giovane non aveva più denaro per fare rifornimento.

Le incognite sul tragitto - Questa è la fase finale degli otto giorni di fuga. Cosa ha fatto Turetta nei giorni in cui è riuscito a far perdere le proprie tracce? Si è sempre spostato a bordo della sua auto oppure ha trovato un rifugio sicuro? Intanto si è appreso che Turetta ha abbandonato il corpo di Giulia poco dopo le 3 di domenica 12 novembre. Secondo il quotidiano Il Gazzettino è la conclusione alla quale sono giunti i carabinieri di Pordenone, che hanno ricostruito i movimenti della Grande Punto grazie ai passaggi sotto le telecamere del software di riconoscimento delle targhe.

Lo stesso quotidiano afferma che Turetta non avrebbe lanciato il cadavere della ragazza nel canalone, ma lo avrebbe deposto sotto una grande roccia dopo averlo portato in braccio fino al punto prescelto. Quindi lo avrebbe coperto con alcuni sacchi neri, trovato dagli inquirenti nelle vicinanze. A decine di chilometri di distanza potrebbe essere stata trovata l'arma del delitto: un coltello spezzato sarebbe stato individuato nella zona industriale di Fossò, dove è stato registrato il video che mostra Turetta mentre colpisce violentemente Giulia e poi la carica sull'auto.

I tempi per l'estradizione - Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha assicurato che in pochi giorni Turetta sarà assicurato agli inquirenti italiani. Anzi, ha esplicitamente affermato che «nel giro di 48 ore sarà in Italia per essere processato». Esistono però una serie di tempi tecnici che potrebbero allungare i tempi per l'estradizione e far sì che Turetta non rientri in Italia prima di alcune settimane. Il primo passo è stato costituito dalla notifica del mandato d'arresto da parte delle autorità tedesche. Il successivo? La convalida del fermo da parte di un giudice legale. In questa fase il 22enne ha diritto ad avere un interprete, un avvocato e il gratuito patrocinio. Solo al termine di una serie di passaggi gli agenti italiani andranno a prenderlo in Germania per trasferirlo (probabilmente in aereo) in patria. Se Turetta acconsente alla consegna passeranno 10 giorni; in caso contrario, il procedimento potrebbe richiedere 60 giorni.

Le due famiglie - «Siamo stati informati, ho avvisato i genitori, troppo presto per fare qualunque commento» ha dichiarato l’avvocato della famiglia Turetta, Emanuele Compagno, quando si è diffusa la notizia dell'arresto. Secondo i media italiani la famiglia del giovane non lo raggiungerà in Germania, almeno in questa prima fase. I genitori del 22enne «sono molto scossi», aggiunge il legale. «Da un lato naturalmente hanno provato sollievo per il fatto ché il loro figlio è vivo, dall'altro li ho sentiti attoniti. Come tutti del resto».

C'è un'altra famiglia, quella di Giulia Cecchetin, che sta vivendo ore di grandissimo dolore. «Abbiamo avuto stamattina la notizia che ci aspettavamo, siamo in un momento particolare» ha dichiarato l'avvocato Stefano Tigani. «Il nostro ringraziamento va alle forze dell'ordine, all'Arma e alle Procure che hanno consentito di chiudere questo cerchio. È stata una settimana pesantissima ma c'è una gran parte d'Italia che ci è stata vicina. Adesso inizierà l'iter processuale, e faremo in modo che ci sia l'accertamento della verità. Abbiamo almeno riportato Giulia a casa, purtroppo senza vita, e una persona è stata arrestata. Quantomeno qualcosa abbiamo».

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