Lo rendono noto le Forze di difesa israeliane. Intanto Hamas: «Nessun rilascio finché ci saranno combattimenti»
TEL AVIV - Le truppe di terra israeliane, appoggiate dalle forze aeree, hanno ucciso ieri «decine di terroristi» a Gaza City, inclusi 15 colpiti dall'Aeronautica militare: lo hanno reso noto questa mattina su Telegram le Forze di difesa israeliane (Idf).
Le truppe di terra hanno eliminato anche una cellula terroristica nel rione di Shejaiya di Gaza City, insieme ad un «terrorista armato di lanciagranate». Inoltre, nel nord della Striscia - a Beit Lahia - sono stati smantellati due complessi militari di Hamas dove le truppe israeliane avevano localizzato numerose armi, ordigni esplosivi, equipaggiamenti militari e dispositivi di comunicazione. Sempre nella zona di Beit Lahia, conclude il comunicato, sono stati uccisi altri due «terroristi».
Nessun rilascio di ostaggi finché ci sono combattimenti
Un leader di Hamas Osama Hamda ha intanto detto ad Al Jazeera che non si parla di un rilascio di ostaggi israeliani prima che i combattimenti a Gaza finiscano. Affermazioni che arrivano dopo che i media israeliani riportavano che i mediatori del Qatar avrebbero detto a Israele che Hamas «è d'accordo in linea di principio» a tornare al tavolo dei negoziati.
Hamda ha affermato che l'eventuale rilascio degli ostaggi in cambio di un cessate il fuoco di un mese non è stato discusso. «Abbiamo informato chiaramente tutti i mediatori che la nostra priorità è fermare l'aggressione contro Gaza una volta per tutte», ha detto Hamda.
Dichiarazione svizzera al Consiglio di sicurezza ONU
Nel frattempo la Svizzera, insieme al Brasile, ha depositato una dichiarazione sull'«acuta insicurezza alimentare» nella Striscia di Gaza ieri in occasione di una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
L'insicurezza alimentare colpisce più del 90% della popolazione, scrive il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) nel suo blog. La situazione alimentare non dovrebbe migliorare prima di febbraio. La gravità della situazione non ha precedenti in tempi recenti.
Secondo la dichiarazione, la Svizzera e il Brasile accolgono con favore gli aiuti umanitari finora forniti, che restano comunque insufficienti. I due Paesi chiedono la ripresa del trasporto commerciale di merci nella Striscia.