La Corea del Nord potrebbe collaborare con altri Paesi, principalmente la Cina.
La Corea del Nord è sospettata di utilizzare la ricerca congiunta con altri Paesi per sviluppare missili e altre tecnologie militari. Lo riporta il quotidiano nipponico Nikkei che, con l'assistenza di esperti, ha studiato gli articoli scritti dai ricercatori di Pyongyang e stranieri attraverso Scopus, database editoriale multidisciplinare.
L'analisi ha trovato indicazioni in almeno 110 documenti di ricerca secondo cui le sanzioni dell'Onu potrebbero essere state violate. Oltre l'80% di questi articoli sono stati scritti insieme da esperti del Nord e cinesi. Scopus si descrive come il "più grande database di abstract e citazioni sottoposta a revisione paritaria" al mondo, che comprende riviste accademiche, libri e atti di conferenze, forte di oltre 91 milioni di voci.
Lo studio di Nikkei ha interessato il materiale pubblicato da dicembre 2016 - immediatamente dopo l'inasprimento delle sanzioni delle Nazioni Unite contro lo Stato eremita - a settembre 2023. Tra gli scienziati partecipanti, la testata di Tokyo ha coinvolto nove esperti di tecnologia provenienti da vari campi, tra cui Takeshi Tsuchiya, professore specializzato in aeronautica e astronautica.
In tutto, nel mirino sono finiti 657 articoli di ricerca che riguardavano ricercatori di istituzioni nordcoreane che lavoravano con quelli di altri Paesi. Un sorprendente 85% (94 dei 110 articoli segnalati) è stato scritto in collaborazione con persone di istituti di ricerca in Cina. Inoltre, 67 dei 94 (61%) erano lavori congiunti finanziati, direttamente o indirettamente, dal governo di Pechino.
Dal 2022, Pyongyang ha testato più di 80 missili balistici e di altro tipo, mentre è di novembre 2023 la rivendicazione del primo satellite spia militare mandato con successo in orbita. Il timore è che tecnologie sensibili dalla Cina e da altri Paesi possano essere state acquisite dal Nord sotto copertura accademica.