La protesta degli agricoltori britannici contro gli accordi commerciali post-Brexit si estende a Londra
LONDRA - Si allarga in Gran Bretagna, arrivando fino alle vie centrali di Londra, la protesta dei contadini già dilagata in tanti paesi dell'Europa continentale. Partita dal Galles e giunta ieri fino davanti al parlamento di Westminster, con circa 100 trattori che procedendo a rilento hanno causato disagi agli automobilisti della capitale, si concentra contro gli accordi commerciali post-Brexit fra Londra e Bruxelles, in quanto minaccerebbero la produzione alimentare nel Regno Unito.
Gli agricoltori che hanno manifestato, mostrando cartelli come "La Brexit è un disastro" e "Sostenete i contadini britannici", sono arrivati da tutto il Paese per criticare le decisioni del governo conservatore di Rishi Sunak, mentre i loro colleghi nel continente hanno preso di mira le politiche comunitarie introdotte dall'Ue.
Molti degli obiettivi ambientali dell'esecutivo "sono stati fissati senza alcuna chiara considerazione di compromessi per la produzione alimentare interna", ha dichiarato al quotidiano britannico The Times un portavoce della National Farmers Union (unione nazionale degli agricoltori), che rappresenta circa un terzo (47'000) delle imprese agricole in Inghilterra e Galles, e chiede l'introduzione di obiettivi per la quantità di cibo prodotto nel Regno.
Se il governo a parole, come accaduto nella precedente protesta dei trattori in Galles con la solidarietà mostrata da Sunak, sostiene i contadini, nei fatti invece pare non riuscire a soddisfare le richieste in arrivo dal settore agricolo.