Militari occidentali in Ucraina? «Si troverebbero nella zona di tiro delle forze armate russe».
MOSCA - Dopo aver ascoltato per quattro giorni le voci e le polemiche che si rincorrono in Occidente, Vladimir Putin ha risposto all'ipotesi dell'uso da parte di Kiev di missili forniti da Paesi NATO per colpire in profondità il territorio russo.
E lo ha fatto con la massima durezza. Le conseguenze saranno «serie», ha avvertito, sottolineando che comunque Mosca riterrà la NATO direttamente responsabile degli attacchi, valutando che vettori a lungo raggio come gli Atacms americani non potrebbero essere impiegati «senza dati d'intelligence satellitari» elaborati da tecnici dell'Alleanza.
Putin, che parlava in una conferenza stampa a Tashkent al termine di una visita in Uzbekistan, ha preso di mira in particolare il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, che da sabato ha cominciato a parlare della necessità di consentire all'Ucraina di utilizzare contro la Russia gli armamenti occidentali. Un appello ripreso oggi dall'Alto rappresentante per la politica estera della UE, Josep Borrell, secondo il quale «alcuni Paesi» dell'Unione hanno già dato il loro assenso, e anche in parte dal presidente francese Emmanuel Macron.
Uno scenario terrificante - Il leader russo ha detto di non capire la posizione di Stoltenberg. «Quando era primo ministro norvegese abbiamo discusso di varie questioni, e a quei tempi sono sicuro che non soffriva di demenza», ha osservato. Ma ora «non può non sapere» che l'impiego di missili come gli Atacms contro il territorio russo necessiterebbe un ruolo diretto di tecnici NATO. Con tutte le conseguenze del caso. La domanda è come risponderebbe Mosca.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si è limitato a far sapere che «il comandante supremo», cioè lo stesso Putin, e i vertici militari «stanno adottando contromisure adeguate e si stanno preparando». Misure di cui solo loro sarebbero quindi a conoscenza. Ma le parole del presidente sembrano lasciare aperto anche uno scenario terrificante, quello di una guerra tra Russia e NATO. Il capo del Cremlino ha messo in guardia soprattutto quei Paesi europei «con un piccolo territorio ma con un'alta densità di popolazione», che subirebbero le conseguenze più devastanti. Facile vedere un accenno agli Stati baltici, sostenitori della linea più intransigente possibile contro Mosca. Proprio loro, dunque, dovrebbero prendere in considerazione questi fattori di rischio «prima di parlare di attacchi nel profondo del territorio russo».
Alcuni di questi Paesi, insieme con la Polonia, si sono detti anche pronti all'invio di truppe sul terreno in Ucraina, ventilato per primo dal presidente francese Emmanuel Macron. Ciò sarebbe «un altro passo» verso «un conflitto globale», ha commentato Putin, avvertendo che questi soldati «si troverebbero nella zona di tiro delle forze armate russe». «Possono andare e auguriamo loro buona fortuna» ha detto ancora. «Noi faremo ciò che riteniamo opportuno, indipendentemente da chi si trova sul territorio dell'Ucraina». Quanto agli istruttori occidentali, essi si trovano già nel Paese, ha assicurato, e manovrano gli armamenti ad alta precisione forniti da Paesi NATO nascondendosi dietro «le spoglie di mercenari».
Intesa per sicurezza Zaporizhzhia - A proposito di rischi, specie in campo nucleare, un incontro per la messa in sicurezza della centrale ucraina di Zaporizhzhia, controllata dai russi, si è svolto a Kaliningrad tra inviati di Mosca e il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Rafael Grossi. «Con i colloqui di oggi siamo stati in grado di raggiungere un accordo su una parte del lavoro immediato che dobbiamo avviare per la sicurezza dell'impianto», ha detto Grossi. I russi accusano le forze di Kiev di effettuare bombardamenti frequenti nei pressi della centrale, situata sulla sponda sud del bacino artificiale di Kakhovskaya, una cinquantina di chilometri in linea d'aria a sud-ovest della città capoluogo di Zaporizhzhia, controllata dagli ucraini.