Entrambi fanno il punto su questioni delicate in prospettiva futura e con al centro l'Ucraina e non solo.
MOSCA/LONDRA - «Siamo soddisfatti di come si sta sviluppando il nostro dialogo con gli Usa: in modo pragmatico, costruttivo ed efficace». Lo ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ripreso dalla Tass.
Le condizioni russe sul Mar Nero
Peskov ha aggiunto che l'attuazione dell'accordo per la sicurezza della navigazione sul Mar Nero «può essere attivata dopo che sono soddisfatte una serie di condizioni». Lo riporta l'agenzia Interfax.
Il Cremlino ieri ha affermato che gli accordi tra Russia e Usa possano entrare in vigore dopo «il ritiro delle sanzioni contro Rosselkhozbank e altre istituzioni finanziarie coinvolte nel garantire il commercio internazionale di alimenti (compresi i prodotti ittici) e fertilizzanti, collegandoli allo Swift e aprendo i necessari conti di corrispondenza».
Peskov, ha inoltre dichiarato che «l'ordine di Putin» sul divieto di attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine «è in vigore e viene eseguito». Mosca e Kiev si dicono d'accordo per interrompere i raid sulle infrastrutture energetiche, ma nei giorni scorsi si sono accusate a vicenda di continuare a colpire questi obiettivi.
Le accuse a Kiev
In particolare, il ministero della Difesa russo accusa le forze armate ucraine di aver «continuato ad attaccare le infrastrutture energetiche» russe «nonostante la dichiarazione pubblica» del presidente ucraino Volodymyr «Zelensky sull'accettazione degli accordi russo-americani raggiunti a Riad il 24 marzo per fermare gli attacchi contro gli impianti energetici civili». E sostiene che in questo modo stia «di fatto facendo di tutto per interrompere gli accordi russo-americani raggiunti sulle misure passo dopo passo per risolvere il conflitto».
Keir Starmer elogia Trump
Intanto, in un'intervista al New York Times ripresa oggi con evidenza dai media d'oltre Manica, il primo ministro britannico Keir Starmer torna a tendere la mano al presidente degli Usa: «ho una buona relazione personale» con Donald Trump, «mi piace, lo rispetto e capisco cosa sta cercando di realizzare». in un'intervista al New York Times ripresa oggi con evidenza dai media d'oltre Manica.
Nell'intervista Starmer glissa sulle accuse rivolte dalla Casa Bianca agli alleati europei di essere dei «parassiti» da punto di vista militare e su quelle indirizzate a lui personalmente dal negoziatore americano Steve Witkoff sul progetto di una «coalizione dei volenterosi» per l'Ucraina (liquidato alla stregua di «una posa»); mentre afferma che «il presidente Trump ha ragione quando dice che i Paesi europei devono assumersi un peso maggiore per la difesa collettiva dell'Europa».
Starmer ribadisce poi ancora una volta di non aver alcuna intenzione di scegliere fra l'alleanza con i partner del Vecchio Continente e la storica «relazione speciale» di Londra con Washington: «Churchill non lo fece e neppure Attlee», sottolinea evocando sia il primo ministro conservatore della vittoria nella seconda guerra mondiale, sia il successore laburista che lo sconfisse alle elezioni del 1945: «scegliere sarebbe un grosso errore».
Quanto, infine, alle critiche di chi avrebbe voluto da lui una presa di posizione più netta sul recente scontro alla Casa Bianca fra Trump e Zelensky, il premier laburista rivendica di aver preferito non alimentare la polemica e prendere invece «il telefono per parlare con entrambi e cercare di riportarli sulla stessa lunghezza d'onda».