Il primo ministro ha ammesso l'impatto «spaventoso» del virus ma ha sottolineato che ora i numeri sono in calo
LONDRA - L'ondata di morti per coronavirus nelle case di riposo britanniche è stata al centro oggi del botta e risposta fra il leader dell'opposizione laburista Keir Starmer e il premier conservatore Boris Johnson nel loro secondo faccia a faccia nel Question Time del mercoledì alla Camera dei Comuni.
Starmer ha denunciato un differenziale di 18'000 decessi negli ospizi fra gli anziani nell'aprile di quest'anno (26'000 morti stimate) e gli 8'000 del 2019, notando come i dati ufficiali ne abbiano attribuiti finora 8'000 circa al Covid-19, senza spiegazioni sugli altri 10'000. Ha inoltre rinfacciato al governo di non aver modificato fino all'11 marzo l'indicazione che escludeva rischi specifici maggiori nelle case di riposo, e di non aver garantito test e protezioni tempestive ad hoc.
Johnson ha risposto ammettendo l'impatto «spaventoso» dell'epidemia negli ospizi, con un numero di vittime «troppo alto, ma osservando che la tendenza è stata gradualmente invertita e che i numeri sono adesso in calo, come stanno diminuendo ricoveri, contagi e decessi in tutto il paese grazie all'impegno collettivo nel rispettare il lockdown.
Il primo ministro ha quindi annunciato uno stanziamento extra da 600 milioni di sterline per le tutele e i controlli nelle case di riposo. Inoltre ha aggiornato a quota 144 il numero di medici e infermieri del Sistema sanitario nazionale (Nhs) morti di coronavirus. A questi vanno aggiunte circa 130 vittime tra gli assistenti dei servizi sociali essenziali.
Assembramenti nella metropolitana, annunciati controlli - Il governo britannico sta agendo «concretamente» con i servizi di trasporto, in particolare a Londra, affinché sia schierato più personale di controllo agli accessi di bus, treni e soprattutto metropolitana in modo da impedire «assembramenti di massa». Lo ha detto Boris Johnson nel Question Time ai Comuni, sullo sfondo delle immagini di affollamento che si sono tornate a vedere oggi nel primo giorno di riapertura parziale del paese ad alcune attività lavorative.
Il tema è stato sollevato in particolare dal leader degli indipendentisti scozzesi dell'Snp, Ian Blackford, che ha rinfacciato al premier Tory di aver dato un messaggio confuso questa settimana con il nuovo slogan "stay alert" (state in allerta) al posto della raccomandazione secca "stay at home" (state a casa) in vigore nel Regno fin da marzo e mantenuta in Scozia, Galles e Ulster.