Il candidato alla Casa Bianca ha promesso che attingerà «al meglio delle persone, non al peggio»
WASHINGTON - «Uniti supereremo questa stagione di tenebre in cui Donald Trump ha ammantato l'America troppo a lungo. Non possiamo dare altri quattro anni a questo presidente che non si assume responsabilità, scarica le colpe sugli altri, divide e semina odio. L'America è a un punto di volta, questa è un'elezione in grado di cambiare le storia, sono in gioco l'anima del Paese, la moralità, la scienza e la democrazia»: Joe Biden non sbaglia il discorso della sua vita, dopo aver accettato alla convention democratica «con grande onore e umiltà» una nomination alla Casa Bianca che inseguiva da 33 anni, quando corse per la prima volta.
Un discorso che suggella quasi mezzo secolo di carriera politica iniziata quando fu eletto ad appena 29 anni senatore del Delaware, incarico mantenuto per 36 anni prima di passare alla Casa Bianca come vicepresidente di Barack Obama per due mandati.
Ed è questa enorme esperienza che gli ha consentito di parlare con grande naturalezza e fiducia, come se avesse interiorizzato le parole, ma anche con solennità, come se stesse già parlando al Paese, promettendo di rilanciarlo come fece Roosevelt con il New Deal.
Intervenendo dal convention center della sua Wilmington (Delaware), Biden ha saputo toccare tutte le corde. Ha attaccato il tycoon (senza mai nominarlo per nome) e i suoi fallimenti, soprattutto di fronte a «quattro crisi storiche» convergenti come la pandemia, la conseguente crisi economica, l'ingiustizia razziale e il cambiamento climatico. Ma ha anche contrapposto le sue ricette per uscire dalle emergenze, promettendo che la sua prima azione, se eletto, sarà quella di fronteggiare l'epidemia affidandosi alla scienza e imponendo l'obbligo della mascherina a livello nazionale.
Ha insistito sull'unità e sull'empatia, promettendo che attingerà «al meglio delle persone, non al peggio» e che sarà un «alleato della luce, non delle tenebre». Con Trump, ha sottolineato, «c'è troppa rabbia, troppa paura, troppa divisione».
Quindi ha alternato toni più personali, parlando di sé, della sua famiglia, ha reso omaggio a Obama e alla sua vice Kamala Harris, «voce potente per questa nazione», la cui storia «è la storia americana», fatta di immigrazione, ostacoli e di successi.
Una incoronazione che Donald Trump ha tentato di offuscare con un colpo basso senza precedenti, attaccando Biden prima in un comizio a due passi dalla sua città natale in Pennsylvania (stato in bilico) e poi in una intervista alla TV amica Fox News in contemporanea con la convention. «Se Joe Biden vince avremo una depressione economica, vi strapperà il Secondo Emendamento e quadruplicherà le tasse», ha ammonito, attaccando poi anche Barack Obama e il discorso «pieno di odio e rabbia» della moglie Michelle alla convention.
Ma l'ultima serata è stata un successo, a partire dall'idea di far raccontare chi è il "vecchio Joe" con aneddoti di famigliari, amici, colleghi e soprattutto ex rivali nelle primarie, come Pete Buttigieg, il senatore Cory Booker, il miliardario Michael Bloomberg e l'imprenditore Andrew Yang (ma in video c'erano anche Bernie Sanders, Amy Klobuchar, Beto O'Rourke): una efficace testimonianza di umanità e di unità nel partito.
Tra tutti è spiccato Buttigieg, omosessuale dichiarato, che ha ricordato il «coraggio politico» di Biden nel sostenere le nozze gay, «dimostrazione dei grandi cambiamenti che si possono fare».
«Questo è il nostro momento, ora dobbiamo uscire dalle tenebre», ha concluso Biden, prima di abbracciare la moglie Jill e concedersi insieme alla Harris e a suo marito un «bagno di folla» esultante all'esterno del convention center, dove da ore alcune centinaia di persone in modalità drive-in avevano seguito la convention sui maxi schermi con mascherine e bandiere americane.