Donald Trump, ufficialmente candidato alla sua successione, attacca i democratici durante la Convetion repubblicana.
Il presidente ha pure presentato le sue dieci priorità per il secondo mandato. Tra le promesse, giudicate «false» e «irrealizzabili» dai suoi detrattori, il vaccino Covid entro fine anno e l'obiettivo di andare su Marte.
WASHINGTON - Lo show della convention repubblicana parte con un'ovazione all'ingresso del presidente statunitense Donald Trump nell'arena dello Charlotte Convention Center, altro che evento virtuale. Ad acclamarlo sono i 336 delegati di partito, che a nome di tutti hanno nuovamente incoronato il 74enne candidato ufficiale alla Casa Bianca.
Trump, a differenza dei democratici che settimana scorsa hanno dato vita a un congresso interamente online, non si è mai arreso all'idea di una kermesse a porte chiuse, senza il tifo dei suoi sostenitori. Così si è imbarcato sull'Air Force One ed è andato in North Carolina, per ascoltare quel «four more years» (Altri quattro anni) che avrebbe voluto scandito da migliaia di persone.
Il discorso di accettazione della nomination sarà però pronunciato giovedì dalla Casa Bianca, quando a introdurlo sarà la figlia prediletta Ivanka, quella che Trump considera davvero l'erede e che ha voluto con lui a Washington insieme al genero Jared Kushner. Ma a intervenire in questi giorni sarà l'intera famiglia Trump: una vetrina con l'obiettivo di proiettare il presidente verso quella rimonta, il prossimo 3 novembre, che possa permettere al tycoon di battere il candidato democratico Joe Biden. Il 77enne appare infatti il gran favorito, secondo quanto indicato dai recenti sondaggi.
«È la più importante elezione di sempre. Nel 2016 ci hanno spiato, ora vogliono rubarci il voto. I democratici possono vincere solo truccando», ha sostenuto Trump. Intanto da New York arrivava la notizia che la procuratrice generale Letitia James sta indagando sulla Trump Organization, sospettata di aver gonfiato il valore degli asset per ottenere dei prestiti. Nel mirino in particolare il figlio Eric, accusato di essersi sottratto al colloquio con gli inquirenti e di aver negato la consegna della documentazione richiesta.
Trump è quindi ripartito per Washington prima di lasciare in serata la parola al primogenito Donald Junior, 42 anni. È lui l'altro possibile erede, ma finora il padre gli ha riservato un ruolo politico minore, più che altro di "guastatore" sui social. Niente a che vedere con il peso assunto da Ivanka in seno all'amministrazione, oltre che negli affari di famiglia. Ma a intervenire in video nella seconda giornata saranno anche la first lady Melania, il terzogenito Eric avuto come Donald Jr e Ivanka dalla prima moglie Ivana Trump, e la figlia Tiffany nata dal matrimonio con la seconda moglie Marla Maples. Poi mercoledì sarà la volta della nuora Lara Trump, produttrice televisiva e moglie di Eric.
Una convention, dunque, che in assenza di nomi altisonanti (l'ex presidente George W. Bush il grande assente) si trasforma in un festival con una celebrazione della famiglia Trump, ma anche con la presenza di Nikki Haley. La prima serata vede infatti come protagonista colei che è considerata l'astro nascente del partito repubblicano: ex ambasciatrice Usa al Palazzo di Vetro, Haley nel partito viene vista sempre più come la donna su cui puntare per il dopo Trump, che sia fra tre mesi o quattro anni. La figlia d'immigrati Sikh, pur essendo uno dei principali consiglieri del presidente, ha sempre dimostrato indipendenza e carattere per tenere testa anche a uno come il tycoon. E a cui molti vorrebbero affidare il compito di guidare una vera e propria svolta nel partito repubblicano.
Intanto la campagna di Trump ha pubblicato l'agenda del secondo mandato del tycoon. Dieci priorità declinate in 49 punti che i detrattori liquidano per lo più come «false promesse» o «irrealizzabile elenco dei desideri»: dieci milioni di posti di lavoro in dieci mesi e un milione di nuove piccole imprese; vaccino anti-Covid entro la fine di quest'anno per tornare alla normalità nel 2021; guerra aperta alla Cina rendendola responsabile per la pandemia e regalando agevolazioni fiscali alle aziende che lasciano il gigante asiatico. E poi ancora dazi per chi penalizza l'America e il dogma del "law and order", con un forte sostegno alle forze di polizia, un'offensiva contro gli estremisti di sinistra e il pugno duro contro l'immigrazione illegale. I delegati applaudono e Trump lancia la promessa più affascinante: «Andremo su Marte!».