I governi dei due Stati s'impegnano a rispettare un "cessate il fuoco" umanitario
WASHINGTON - Donald Trump può sbandierare un nuovo, temporaneo successo di politica internazionale a nove giorni dal voto: dopo la mediazione Usa, Armenia e Azerbaigian si sono nuovamente impegnati a rispettare dalle 08.00 locali di lunedì un "cessate il fuoco umanitario" nel conflitto in Nagorno-Karabakh, dove in oltre tre settimane sono morte più di 4'000 persone secondo il leader del Cremlino Vladimir Putin.
L'annuncio è stato dato dal dipartimento di Stato Usa in un comunicato congiunto con i governi di Ierevan e Baku, dopo alcuni giorni di negoziati a Washington. Poche ore prima il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Robert O'Brien aveva detto alla Cbs che l'Armenia aveva accettato la tregua ma l'Azerbaigian non ancora. Poi la situazione si è sbloccata.
Il vicesegretario di stato americano Stephen Biegun aveva incontrato sabato i ministri degli esteri dei due Paesi, rispettivamente Zohrab Mnatsakanyan e Jeyhun Bayramov, che il giorno prima erano stati ricevuti separatamente da Mike Pompeo. Trump era stato perentorio, voleva un successo diplomatico entro il weekend.
Non è la prima volta che Ierevan e Baku si impegnano a una tregua ma essa finora non ha tenuto. La dichiarazione congiunta sottolinea che i due ministri hanno «ribadito l'impegno dei loro Paesi ad attuare e rispettare il cessate il fuoco umanitario concordato a Mosca il 10 ottobre, che era stato riaffermato nella dichiarazione di Parigi del 17 ottobre», in accordo con il comunicato del primo ottobre dei presidenti americano, francese e russo: Donald Trump, Emmanuel Macron e Vladimir Putin.
Washington, insieme a Parigi e Mosca, fa parte del cosiddetto gruppo di Minsk formato in seno all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europa (Osce) per mediare in questo conflitto congelato nell'ex Urss, nella regione montagnosa dell'Azerbaigian controllata dai separatisti armeni sostenuti da Ierevan.