Nessun passo indietro dal colosso social: «Gli stop sono permanenti»
L'account di Donald Trump era stato sospeso lo scorso 9 gennaio, pochi giorni dopo l'assalto al Congresso.
WASHINGTON D.C. - Gli «stop sono permanenti»: quando «si è rimossi dalla piattaforma si è rimossi a prescindere» dalla carica, ovvero «se si è un commentatore, un direttore finanziario, un attuale o un ex funzionario pubblico». Lo afferma il Chief financial officer di Twitter Ned Segal in un'intervista a Cncb rispondendo a una domanda su Donald Trump.
La risposta implica che anche nel caso in cui Trump dovesse ricandidarsi non avrebbe accesso al suo account. La sospensione permanente decisa dal social in gennaio è la "sanzione" più dura prevista da Twitter, che non si può aggirare, come spiegato nell'help center di Twitter.
Intanto, la procura della contea di Fulton, in Georgia, ha aperto un'inchiesta sui tentativi di Donald Trump di ribaltare il voto nel Peach State. Lo scrive il New York Times. L'indagine riguarda anche la telefonata in cui l'ex presidente Usa chiese al segretario dello Stato Brad Raffensperger di trovare «abbastanza voti» per cambiare l'esito del voto, favorevole a Joe Biden.
Secondo il quotidiano, Fani Willis, eletto recentemente procuratore democratico nella contea di Fulton (che comprende anche la capitale Atlanta), ha inviato una lettera a vari dirigenti governativi, compreso Raffensperger, chiedendo che conservino i documento legati alla telefonata di Trump. Una richiesta, si dichiara esplicitamente nella lettera, che fa parte di una indagine penale. La Georgia diventa così il secondo Stato, dopo New York, dove Trump rischia un processo.