Scarsissima affluenza per le elezioni più blindate della storia della città, a vincere i candidati più vicini a Pechino
HONG KONG - Sono state uno (scontato) trionfo dei candidati vicini a Pechino, le elezioni legislative per il parlamento di Hong Kong tenutesi questo fine settimana. Una vittoria, raggiunta in un clima di diffusa disaffezione politica, e con la più bassa affluenza di sempre (il 30.2% su 4,5 milioni di abitanti).
Un risultato non difficile da immaginare, considerando la fortissima pressione della Cina iniziata con il decreto dello scorso marzo per un "governo patriottico" che fondamentalmente ha tagliato fuori tutti i candidati dell'opposizione. La riforma ha inoltre ridotto di molto l'effettiva fetta di parlamentari votati dal popolo (solo 20 su 90) mentre gli altri sono assegnati dall'alto, dal Partito Comunista e dalle lobby.
Un pugno di ferro che è riuscito nell'intento di piegare il movimento protestatario. Pochi e circoscritte le manifestazioni di dissenso davanti alle urne - che incitavano i cittadini a votare una scheda bianca in segno di rifiuto - tutte prontamente interrotte dalla polizia con arresti-lampo.