La decisione del presidente Kais Saied, che vuole riscrivere la costituzione, tagliando fuori la camera
TUNISI - È di questa mattina la notizia della dissoluzione del parlamento da parte del presidente tunisino Kais Saied. Il motivo alla base della decisione riguarderebbe un presunto tentativo di golpe - almeno stando alle accuse di Saied - da parte di un gruppo parlamentare nei confronti del quale è stata ordinata un'indagine immediata.
Il parlamento tunisino, lo ricordiamo, al momento non è in attività ed è stato sospeso per ingovernabilità - a sempre dal presidente - circa un anno fa. Allora fu il parlamento ad accusarlo di golpe.
L'intenzione - già nota da diversi mesi - è quella di riscrivere la costituzione, tramite un nuovo comitato costituzionale, per una votazione che dovrà tenersi a luglio (il 25, per la precisione).
Dopo di che si procederà a nuove elezioni parlamentari. Stando all'attuale costituzione tunisina, però, le elezioni dovrebbero tenersi entro tre mesi dalla dissoluzione della camera.
Non sono mancate le proteste di piazza e gli appelli alla ragionevolezza da parte delle forze politiche.
Saied, eletto nel 2019 con un plebiscito, fra i suoi slogan c'era anche quello «di ripulire la politica tunisina».
La Tunisia è democratica a partire dal 2011 in seguito alle moto libertario della “Primavera araba”.