Dal carcere, l'oppositore russo ha annunciato la sua campagna per ostacolare quanto più possibile la rielezione del leader del Cremlino.
MOSCA - Votare per qualunque candidato diverso da Vladimir Putin e cercare di convincere almeno altre dieci persone a fare lo stesso: dal carcere in cui è rinchiuso per motivi politici, l'oppositore russo Alexey Navalny ha annunciato la sua campagna per cercare di ostacolare quanto più possibile la rielezione del leader del Cremlino.
Un obiettivo reputato piuttosto arduo in una Russia in cui la tv è saldamente nelle mani del governo, il dissenso viene represso e tutti i principali oppositori sono stati costretti all'esilio o finiti dietro le sbarre.
Il rivale numero uno del Cremlino non ha comunque perso tempo. Il suo staff ha infatti lanciato l'iniziativa 'Russia senza Putin' proprio lo stesso giorno in cui il Senato ha fissato le elezioni per il prossimo 17 marzo. Gli alleati di Navalny sostengono pure di essere riusciti a bucare le strette maglie della censura russa.
Secondo l'Associated Press, in alcune città sarebbero spuntati dei cartelloni con la scritta 'Russia, felice anno nuovo'. Ma dietro agli auguri - stando all'agenzia e al team di Navalny - gli oppositori avrebbero in realtà celato una pubblicità della campagna 'Russia senza Putin' con tanto di codice Qr e link al sito web.
Putin non ha ancora annunciato la sua candidatura, ma pochi dubitano che non si farà avanti, e l'esito del voto pare a molti già scritto. Navalny però invita i russi a non disertare le urne. «Per Putin, queste elezioni sono un referendum sull'approvazione delle sue azioni, un referendum sull'approvazione della guerra» in Ucraina, ha dichiarato l'ex trascinatore delle proteste anti-Cremlino tramite il suo team.
Proprio la guerra è tra i temi più battuti dalla propaganda di Mosca, che invita i russi a fare quadrato attorno al capo dello Stato, cioè a colui che ha ordinato la cosiddetta 'operazione militare speciale' contro l'Ucraina. Non per niente la presidente del Senato russo, Valentina Matviyenko, si è subito detta certa che gli elettori «faranno la sola buona scelta possibile, votando per la Russia, per la vittoria».
Il riferimento a Putin è ovvio. Ma sempre la guerra ha portato l'anno scorso il Cremlino a una scelta impopolare come quella di inviare al fronte migliaia di riservisti e, secondo alcuni esperti citati dal Washington Post, Putin potrebbe preferire concentrarsi su altro in campagna elettorale.
Le autorità russe prevedono che si voti anche nelle quattro regioni ucraine occupate che Mosca si è annessa unilateralmente l'anno scorso. Inoltre, ci si aspetta che in alcune regioni sia permesso esprimere la propria preferenza online, mentre il voto potrebbe essere spalmato su tre giorni: elementi che secondo diversi osservatori limiterebbero pericolosamente la trasparenza.
Il 71enne Vladimir Putin non pare certo voler lasciare il potere che, tra presidenza e premierato, detiene da quasi un quarto di secolo. Un potere con il quale ha condotto la Russia a una deriva autoritaria che ora sta ulteriormente accelerando. Del resto, lo zar ha già cambiato le carte in tavola in modo da spianarsi la strada per restare potenzialmente sulla poltrona di capo dello Stato fino a quando avrà 83 anni.
Prima ha allungato il mandato presidenziale da quattro a sei anni. Poi, nel 2020, ha varato una riforma costituzionale che ha azzerato solo per lui il conteggio degli anni al Cremlino permettendogli, se lo vorrà, di aggirare il limite di due mandati consecutivi e ricandidarsi sia il prossimo marzo sia, eventualmente, nel 2030.