Le misure riguardano 19 persone e un organismo russo che a vario titolo hanno partecipato al confinamento del dissidente
BRUXELLES - Nel nome di Navalny. Gli ambasciatori Ue hanno varato un nuovo regime di sanzioni da applicare alla Russia, specialmente per colpire le repressioni contro i diritti umani e le libertà politiche. Sino ad ora, infatti, si agiva nel quadro delle misure restrittive che l'Ue applica a livello globale. Non sarà più così. D'ora in poi, quando si tratta di Russia, la sanzioni scatteranno attraverso il nuovo regime.
Che l'alto rappresentante Ue Josep Borrell, a suo tempo, aveva detto che sarebbe stato intitolato al principe degli oppositori russi, morto in prigione. Perlomeno a livello informale, dato che l'etichetta vera e propria, alla fine, non ci sarà.
A quanto pare ci sono già i primi colpiti. Sarebbero 19 individui e un'entità e sono finiti nel mirino dei 27 proprio per aver partecipato, a vario titolo, alla discesa nel gorgo di Navalny. Ma questa, volendo, era la parte facile. Più difficile, invece, arrivare a punti sul 14esimo pacchetto sanzioni, allo studio per minare ulteriormente la macchina bellica di Vladimir Putin. "Le posizioni fra gli Stati membri sono ancora molto distanti", fanno sapere fonti qualificate.
Non stupisce. Chi sta lavorando al pacchetto assicura che sarà "sostanzioso". Perché oltre a nuove iscrizioni nella lista nera - circa 100 fra persone fisiche e giuridiche, per lo più legate ad attrezzature militari e a coloro che hanno facilitato la deportazione di ucraini - si stanno prendendo in esame nuovi settori dell'economia russa, come la "flotta fantasma" per le consegne di petrolio e, soprattutto, il gas naturale liquefatto, che ancora viene importato in Europa in grandi quantità.
La distanza, in questa fase, «era prevista» e non si riscontra «nulla di particolarmente problematico», assicura la fonte. Sta di fatto però che serviranno ancora «settimane di lavoro prima di arrivare a un'intesa». Nel mentre la Russia martella le posizioni ucraine, avanza (benché a rilento), e minaccia sempre di più l'Occidente, sia che si tratti di esercitazioni nucleari o di "operazioni ibride" nel Baltico, paventando revisioni unilaterali dei confini marittimi.
Mosca, in un modo o nell'altro, è sempre al centro dei lavori dei 27, che lunedì prossimo si riuniranno per l'ennesimo Consiglio Affari Esteri (che dovrebbe ufficialmente varare il regime Navalny). Gli ambasciatori hanno ad esempio avuto uno scambio di vedute sulla conferenza per la pace prossima ventura in Svizzera. Berna ha illustrato a grandi linee il piano che ha in mente (l'idea del vertice non è quella di discutere di un accordo di pace ma piuttosto di come prepararsi a un accordo di pace, di come inquadrarlo). Mosca non ci sarà ma sta già lavorando attivamente per far fallire la conferenza, applicando pressioni (sia con la propaganda sia con la disinformazione) sui Paesi del Sud Globale, che sono la vera variabile per capire se il summit avrà un minimo di successo.