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STATI UNITI«Lascio solo se me lo chiede Dio»

06.07.24 - 22:09
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non intende «assolutamente» lasciare la corsa per la Casa Bianca
keystone-sda.ch / STF (Manuel Balce Ceneta)
Fonte ats/ansa (Serena Di Ronza)
«Lascio solo se me lo chiede Dio»
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non intende «assolutamente» lasciare la corsa per la Casa Bianca

WASHINGTON - Joe Biden tira dritto: non intende «assolutamente abbandonare» la corsa alla Casa Bianca. «Lo farei solo se arrivasse e me lo chiedesse il Signore Onnipotente. Ma non arriva», ha detto secco nell'attesa intervista alla Abc, la prima dopo il disastroso dibattito con Trump. Nei 22 minuti davanti alle telecamere, il presidente si è definito il «più qualificato» per la presidenza e per vincere le elezioni, minimizzando i suoi problemi e negando di essere indietro nei sondaggi.

Insomma, Biden ha ostentato sicurezza ed energia, ma non ha convinto tutti. La sua performance è stata sicuramente migliore di quella del duello tv, ma non ha fatto cambiare idea alla lunga lista di democratici e finanziatori che ne chiedono il ritiro. L'ultima in ordine temporale a uscire allo scoperto è stata la deputata del Minnesota Angie Craig, la quinta a chiedere pubblicamente il passo indietro del presidente. «Non credo che possa vincere. Per questo gli chiedo di farsi da parte e consentire alla nuova generazione di leader di farsi avanti», ha esortato Craig confermando l'agitazione all'interno del partito, dove altri hanno espresso frustrazione in forma anonima per il fatto che Biden abbia «negato la realtà». Il leader dei democratici alla Camera Hakeem Jeffries non a caso ha convocato per domenica una riunione virtuale per dettare la linea e capire come andare avanti.

«Il dibattito è stato un brutto episodio e non indica un problema più serio. Mi sentivo malissimo e Trump mi distraeva», ha minimizzato il commander in chief definendosi «in buona forma» ma non ricordando esattamente se avesse rivisto il faccia a faccia. Biden si è poi rifiutato di sottoporsi a un test cognitivo indipendente e di rendere pubblici i risultati. «Sono alla guida del mondo. La presidenza è un test neurologico completo quotidiano», si è limitato a rispondere a Stephanopoulos che lo incalzava. Quindi ha respinto i sondaggi che lo indicano indietro rispetto a Trump: «Le nostre rilevazioni sono diverse. Ricordo che anche nel 2020 dicevano che non potevo vincere», liquidando l'argomento e riferendo di non aver ricevuto alcuna sollecitazione a lasciare da parte di membri del congresso e di non attendersi alcuna richiesta formale in questo senso.

L'ostinazione mostrata da Biden nel difendere la sua candidatura ha scatenato l'ironia di Trump. «Joe deve ignorare le critiche e andare avanti», ha commentato beffardo il tycoon convinto di avere più chance di vittoria contro di lui. Mentre la pressione e l'irritazione sale contro quel ristretto circolo di consiglieri del presidente che continuano a farlo vivere protetto in una bolla, le grandi manovre dietro le quinte continuano con un gruppo di donatori che guarda avanti e si impegna al versare due milioni di dollari per finanziare una 'mini-primaria' nel caso in cui dovesse ritirarsi. I tempi per una decisione sono comunque sempre più stretti per un «presidente alle prese con una crisi di credibilità soprattutto con i media», molti dei quali finiti nel mirino per averne nascosto il declino. La prossima settimana c'è il vertice della Nato a Washington e quella dopo ancora la convention repubblicana. Attendere fino alla fine della kermesse conservatrice potrebbe essere troppo tardi anche se consentirebbe ai democratici di conoscere il nome del vice di Trump e, quindi, avere un quadro più completo per decidere un eventuale nuovo ticket da proporre agli americani.

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