Nonostante gaffe e pressioni interne, insiste nella sua corsa alla Casa Bianca: «Sono qui per completare il mio lavoro»
WASHINGTON - Joe Biden continuerà la sua corsa per la Casa Bianca. A confermarlo alla stampa, lo stesso presidente degli Stati Uniti durante la conferenza di chiusura del summit della Nato in corso a Washington, per celebrare i 75 anni dell'Alleanza atlantica. Joe Biden ha incontrato per la prima volta i media da solo, dopo la disastrosa performance al dibattito andato in onda sulla Cnn a fine giugno, mostrandosi irremovibile sul passaggio di testimone a un democratico più giovane. Ha poi dichiarato ai giornalisti: «Non sono qui per la mia eredità. Sono qui per completare il lavoro che ho iniziato», respingendo le domande sulla sua idoneità alla carica e sul suo futuro politico.
Tra pressioni e gaffe - Durante il suo discorso Biden si è incartato diverse volte, il tono di voce si è abbassato. Ha persino iniziato la risposta a una domanda con una gaffe, scambiando la vicepresidente Kamala Harris per il «vicepresidente Trump». Era infatti stato incalzato riguardo alla capacità di Harris di battersi contro Trump, nel caso fosse stata scelta per competere contro di lui. «Non avrei scelto la vicepresidente Trump come vicepresidente se non avessi ritenuto che fosse qualificata per essere presidente», ha affermato. Solo qualche ora prima, erroneamente, si era riferito al presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiamandolo «presidente Putin», mentre lo stava invitando a parlare.
Biden accidentally calls Ukraine's leader 'President Putin' pic.twitter.com/XWgpFiN5ga
— The Spectator Index (@spectatorindex) July 11, 2024
Sceglie di resistere - Biden ha deciso quindi di rimanere, come ha dichiarato senza esitazione a uno dei giornalisti presenti alla conferenza stampa. Nonostante, in questi giorni, siano stati diversi i democratici che hanno espresso preoccupazione, intimando l'attuale presidente degli Stati Uniti a ritirarsi dalla corsa alla presidenza. Tra loro, pure George Clooney che proprio mercoledì, tramite un editoriale comparso sul New York Times, gli ha chiesto pubblicamente di farsi da parte. Una richiesta accorata, invocata anche dal noto scrittore Stephen King appena lunedì scorso e augurata non solo da tutto il popolo americano, ma da tutto il mondo.
Come scrive la Cnn, ora sono tre i fattori che potrebbero rendere la sua posizione insostenibile: una frattura del sostegno nel suo partito, l'esaurimento della raccolta fondi e dati dei sondaggi schiaccianti.