Donald Trump attacca Kamala Harris definendola «incompetente», ma appare sempre più in difficoltà nei sondaggi (è dietro).
WASHINGTON - L'ex presidente statunitense repubblicano e candidato alle presidenziali di novembre Donald Trump attacca l'attuale vicepresidente democratica Kamala Harris, che con ogni probabilità correrà per la Casa Bianca, definendola «incompetente» sull'immigrazione e accusando i democratici di «aver detto bugie e ingannato il pubblico su (Joe) Biden», l'attuale presidente, che ha rinunciato alla candidatura per questo autunno. Ma appare sempre più in difficoltà, come dimostrano i primi sondaggi che lo vedono dietro (vedi box).
L'ascesa della vicepresidente ha gettato nel caos la sua campagna elettorale, meticolosamente costruita sulle bordate e sul crollo psico-fisico dell'anziano Biden. Ora che il presidente non è più in corsa per la Casa Bianca, lo staff di Trump è costretto a rivedere strategie e tattiche, facendo allo stesso tempo fronte agli attacchi razzisti dell'estrema destra contro la moglie del candidato alla vicepresidenza Usha Vance per le sue origini indiane e per essere induista.
«Chi sposerebbe un non cristiano? Certamente qualcuno per cui l'identità razziale non ha alcun valore e che non crede nella religione. E questo cosa dice di lui?», ha detto infuriato il suprematista bianco Nick Fuentes criticando la famiglia di James David Vance (conosciuto come J.D. Vance) e cavalcando la cosiddetta teoria della sostituzione etnica, in base alla quale i bianchi saranno sostituiti dagli afroamericani, dagli asiatici e soprattutto dai musulmani. «Di sicuro sarà forte sull'immigrazione», ha ironizzato il nazionalista attivista Jaden McBell, postando una foto di Vance con moglie e figli. «C'è ovviamente un golpe indiano in atto negli Stati Uniti», ha rincarato la dose il cospirazionista Stew Peters.
Commenti violenti respinti con forza dai repubblicani moderati: Usha Vance rappresenta la società attuale ed è un'americana di seconda generazione che è riuscita ad affermarsi come avvocato di grido. Le tensioni fra le due fronde dei sostenitori di Trump mostrano le difficoltà di una campagna divenuta improvvisamente in salita, soprattutto per Vance e per la sua credibilità su un tema cruciale per i repubblicani: l'immigrazione.
Vance, alla luce del terremoto elettorale innescato dal ritiro di Biden, rischia di rivelarsi per l'ex presidente una scelta sbagliata e controproducente. Il senatore dell'Ohio è stato individuato per infiammare la base Maga e rafforzare il ticket repubblicano nella Rust Belt americana. Ma è stato nominato quando dall'altra parte c'era ancora Biden: ora con Harris le elezioni si giocano più su temi come l'aborto e i diritti delle donne, cambiando radicalmente la dinamica della campagna che si è svolta finora.
Trump ha da tempo problemi con le elettrici e i sondaggi indicano che la quota di donne che quest'anno lo voterà sarà più bassa che nel 2020. E le rigide posizioni di Vance sull'aborto rischiano di complicare ancora di più la strada dei repubblicani verso la Casa Bianca. Il candidato alla vicepresidenza si oppone duramente alle interruzioni di gravidanza e in passato ha rilasciato controverse dichiarazioni sul divorzio, lasciando intendere che le donne in matrimoni abusivi dovrebbero restare con i mariti per il bene dei figli. Per poi spingersi fino a definire egoiste le donne che lasciavano i mariti, «anche quelli violenti»: la «rivoluzione sessuale ha reso più semplice cambiare coniuge», che è diventato un po' come il «cambiare biancheria intima», aveva detto Vance, criticando le donne senza figli e ipotizzando che a chi ne aveva dovrebbero essere dati dei voti elettorali aggiuntivi. Di recente Vance ha ammorbidito le sue posizioni per allinearle con quelle di Trump soprattutto sull'aborto, tema caro alle donne che rappresentano il 51% dell'elettorato.
Nel 2022 nelle elezioni di metà mandato le donne hanno fatto sentire tutto il loro peso regalando ai democratici un'insperata vittoria dopo la decisione della Corte Suprema di capovolgere la sentenza Roe vs Wade, la storica decisione del 1973 che legalizzò l'aborto negli Stati Uniti. Il timore della campagna di Trump è che con Harris, volto dell'amministrazione di Biden per i diritti delle donne, la corsa alla presidenza possa prendere una piega rosa inattesa e strappargli una vittoria che solo pochi giorni fa, dopo l'attentato e quando ancora c'era Biden, sembrava a portata di mano.
Kamala avanti di due punti - Kamala Harris è davanti a Donald Trump, col 44% contro il 42% dei consensi, in un sondaggio tra gli elettori registrati realizzato da Reuters e dalla società di ricerche di mercato e consulenza Ipsos. Il margine d'errore è di 3 punti percentuali, quindi superiore al divario di due punti percentuali. È il primo sondaggio dopo il ritiro del presidente Joe Biden dalla corsa per la Casa Bianca. In una gara a tre, Harris guida col 42%, contro il 38% del tycoon e l'8% di Robert F. Kennedy. Il sondaggio è stato condotto lunedì e martedì, dopo la convention (l'assemblea dei delegati) repubblicana, dove Trump ha accettato formalmente la nomina del suo partito per le presidenziali di novembre, e dopo il ritiro dalla corsa annunciato da Biden domenica. Le rilevazioni a livello nazionale danno segnali importanti del sostegno americano ai candidati politici, ma la differenza per la vittoria la fanno pochi Stati in bilico.