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STATI UNITI«Trump è un predatore»

24.07.24 - 00:02
Durante il suo primo comizio, Kamala Harris attacca il rivale per la corsa alla Casa Bianca. «Ne ho conosciuti tanti come lui in Procura».
keystone-sda.ch (Erin Schaff)
Fonte ats ans
«Trump è un predatore»
Durante il suo primo comizio, Kamala Harris attacca il rivale per la corsa alla Casa Bianca. «Ne ho conosciuti tanti come lui in Procura».

WASHINGTON - «So che tipo di persona è Donald Trump, ne ho conosciuti quando facevo la procuratrice in California e ho messo sotto inchiesta truffatori e predatori sessuali»: dopo aver attaccato il tycoon e promesso la vittoria nelle presidenziali statunitensi col rinnovato sostegno del presidente Joe Biden, la sua vice Kamala Harris è volata a Milwaukee (Wisconsin) per tenere il suo primo comizio davanti ad una folla democratica nuovamente entusiasta. Con la nomina quale candidata per la Casa Bianca ormai in tasca e il primo sondaggio (realizzato dall'agenzia di stampa britannica Reuters e dalla società di ricerche di mercato e consulenza Ipsos) dopo il ritiro del presidente che la dà avanti di due punti su Trump (44% a 42%), anche in una gara a tre (42% contro il 38% di Trump e l'8% di Robert F. Kennedy).

La tappa nella città dove si è appena conclusa la convention (assemblea dei delegati) repubblicana era già prevista prima del passo indietro di Biden, ma per Harris è diventata l'occasione per mettere a fuoco il suo messaggio e fare un riavvio della campagna democratica in uno Stato in bilico nella Rust Belt: il Wisconsin, che insieme al Michigan e alla Pennsylvania rappresenta il "blue wall" da difendere con i denti. Insieme ad Arizona, Nevada e Carolina del Nord, Stati della Sun Belt. È proprio da uno di questi Stati che dovrebbe uscire il nome del suo vice. In "pole position" ci sono il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, quello della Carolina del nord Roy Cooper e il senatore ex astronauta dell'Arizona Mark Kelly. Nomi che potrebbero spiazzare nuovamente il tandem repubblicano.

Intanto, a meno di 36 ore dal ritiro del presidente dalla corsa, la sua vice si è già assicurata l'impegno verbale di oltre 2500 delegati, ben oltre il quorum di 1976 per ottenere la candidatura. I delegati possono ancora cambiare idea, ma solo poche decine sono indecisi e finora non è emerso alcun rivale. Il comitato nazionale dell'"Asinello" annuncerà l'iter per la nomina domani, ma ha già fatto sapere che intende procedere ad una "roll call" virtuale dei delegati dalla prossima settimana: per concludere l'iter entro il 7 agosto, in modo da rispettare la scadenza dell'Ohio per far comparire i nomi del ticket democratico nelle schede del 5 novembre. Probabile quindi che a metà della prossima settimana Harris annunci il suo "running mate", per poi essere incoronata ufficialmente alla convention di Chicago (Illinois) in agosto.

La nuova frontrunner del partito continua ad incassare sostegni. Gli ultimi sono arrivati dalla star di Hollywood George Clooney, da vari sindacati e dai leader democratici di Camera e Senato, Hakeem Jeffries e Chuck Schumer. Indirettamente la appoggia anche la cantautrice Beyoncé, che ha autorizzato in tempi record la campagna di Harris a utilizzare come inno la canzone Freedom (dall'album del 2016 Lemonade) da adesso fino al voto di novembre.

L'ex presidente democratico Barack Obama resta in silenzio ma solo per rispetto dell'iter del partito: di fatto anche lui sosterrà Kamala. Unica voce fuori dal coro Black Lives Matter: il movimento afroamericano per la giustizia razziale ha chiesto che il comitato nazionale democratico organizzi immediatamente delle primarie informali e virtuali in tutto il paese prima della convention di agosto, «per consentire la partecipazione del pubblico al processo di nomina, e non solo una nomina da parte dei delegati del partito».

«Questo momento richiede un'azione decisiva per proteggere l'integrità della nostra democrazia e la voce degli elettori afroamericani», ha spiegato. Una mossa strana nei confronti di una candidata di colore che si è sempre battuta contro il razzismo e gli abusi delle forze dell'ordine, anche se è soprannominata Kamala the cop (Kamala il poliziotto) per i suoi trascorsi da procuratrice.

Harris continua anche a macinare fondi, elettrizzando l'elettorato democratico e promettendo di mettere al centro della sua campagna l'aborto, la stretta sulle armi, l'ambiente e i lavoratiori. In 48 ore ha raccolto oltre 100 milioni di dollari (poco meno di 90 milioni di franchi), superando i 95 milioni che la campagna di Biden aveva in banca alla fine di giugno.

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