Il coronavirus sta mettendo in difficoltà il settore dell'aviazione. Un confronto tra 2019 e 2020
Anche Swiss spegne i reattori, sui 91 aerei della flotta ne verranno utilizzati soltanto sei, con un'offerta limitata a otto destinazioni
BRUXELLES - Oggi alle due del pomeriggio nei cieli di tutto il mondo c'erano poco meno di diecimila aerei. Ben 5'200 in meno rispetto a un anno fa. Sono dati, questi, pubblicati ieri su Twitter dal servizio di monitoraggio online del traffico aereo Flightradar24. Dati che mettono in evidenza la crisi che sta affrontando il settore dell'aviazione.
Con la diffusione del coronavirus non soltanto in Cina, ma in tutto il mondo, molti paesi hanno introdotto divieti d'entrata. E le prenotazioni hanno subito un forte crollo. Tanto che molte compagnie hanno ridotto o addirittura sospeso l'offerta. Tra quelle che hanno optato per un grounding temporaneo totale si contano Sas e Austrian.
Anche Swiss, filiale di Lufthansa, sta facendo i conti con il coronavirus. E oggi ha annunciato che soltanto sei dei 91 aerei della flotta verranno impiegati. L'offerta è quindi limitata a otto destinazioni (contro le oltre duecento in tutto il mondo). Nello specifico si tratta di un volo intercontinentale per Newark (scalo che si trova nell'area metropolitana di New York). E poi di voli a corto raggio per Londra, Amsterdam, Berlino, Amburgo, Bruxelles, Dublino, Lisbona e Stoccolma. Si tratta di un mini-orario con soli quaranta voli settimanali.
Nei cieli europei la differenza è notevole. E lo si può constatare dalle immagini fornite dal servizio Flightradar24 che si riferiscono al 18 marzo del 2020 e al medesimo giorno del 2019: sono molti meno gli aerei rilevati dai radar.