La decisione è arrivata dopo una telefonata tra il presidente Lopez Obrador e Donald Trump
CITTÀ DEL MESSICO - Il presidente del Messico Andres Manuel Lopez Obrador ha annunciato che il paese ridurrà la produzione di petrolio di 100'000 barili al giorno. Si tratta di una riduzione del 5,5% e non del 23% come era stato richiesto dai Paesi dell'Opec.
«Mi ha telefonato Trump - ha spiegato - ho parlato con lui e siamo arrivati ad un accordo per i nostri 100'000 barili. Gli Stati Uniti da parte loro faranno, per compensare, un ulteriore taglio della loro produzione di 250'000 barili».
Nella sua conferenza stampa quotidiana il capo dello Stato messicano ha spiegato le ragioni che «rendevano impossibile per noi l'accettazione di un taglio del 23% della produzione di greggio», equivalente a 350'000 barili. Comunque, per chiarire in che situazione si è trovato il Messico con la caduta dei prezzi del greggio, ha indicato, «nel momento peggiore il valore della 'mezcla mexicana' è scesa da 40 a undici dollari il barile».
Negli ultimi 14 anni, ha detto Lopez Obrador, «la produzione messicana si è continuamente ridotta, fino a raggiungere un minimo storico di 1,7 milioni di barili», sui tre milioni che costituiscono il teorico potenziale. «Quando sono arrivato al governo - ha poi ricordato - a causa della disastrosa 'Riforma energetica' dei miei predecessori che speravano in una pioggia d'investimenti esteri mai arrivati, noi addirittura stavamo importando petrolio per la prima volta nella storia. Per proteggere la nostra gente, il 5,5% di riduzione era il massimo che potevamo fare».
In base all'accordo, raggiunto con la mediazione di Trump, la produzione messicana scenderà quindi a partire da maggio da una media di 1'786'000 barili al giorno, a 1'686'000.
L'auspicio generale, ha concluso, "è che l'intesa provochi un aumento del prezzo del petrolio greggio in modo da compensare i sacrifici. Ma soprattutto speriamo che essa permetta di stabilizzare l'economia e i mercati mondiali".