Il tema lanciato da Google si sta dimostrando di scottante attualità
LONDRA - Un sondaggio condotto da CIPHR, specialista delle risorse umane britannico, mostra che due aziende su tre stanno pensando a tagli salariali per i dipendenti che optano per il lavoro da casa. Si tratta di un tema particolarmente caldo, anche in Svizzera, dopo che Google ha lanciato il dibattito su scala planetaria.
Il 68% delle 150 organizzazioni interpellate, che pagano indennità di localizzazione, ha dichiarato di prendere in considerazione tale opzione, nonostante il 53% degli interpellati abbia affermato di essere riuscita a risparmiare denaro, dopo aver imposto il lavoro da remoto ai propri dipendenti.
La possibilità di usufruire dell'home working viene offerta da oltre due imprese su tre (il 68%) a tutto o a una parte del personale. A subire le eventuali conseguenze della scelta della casa rispetto all'ufficio saranno principalmente coloro che desidereranno lavorare solo dal domicilio. Il 39% ha individuato quest'ultima fascia di dipendenti per i tagli al salario, contro il 29% che pensa di estenderli anche ai lavoratori "ibridi" (coloro che si dividono tra ufficio e abitazione).
Non sarà comunque facile rendere effettive queste modifiche salariali, prevede un esperto. «I dipendenti dovranno accettare» queste modifiche contrattuali «prima che vengano apportate», ha affermato Ian Moore, fondatore della società di consulenza per le risorse umane Lodge Court alla rivista britannica People Management. «Ci sono altri fattori da tenere in considerazione, al di fuori del risparmio di danaro che si potrebbe ottenere».