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CINASe la Borsa smantella la politica "zero Covid" cinese

29.11.22 - 16:03
Il tonfo in Borsa e il deprezzamento dello yuan, a seguito delle proteste, potrebbe costringere Pechino a cambiare rotta
Reuters
Se la Borsa smantella la politica "zero Covid" cinese
Il tonfo in Borsa e il deprezzamento dello yuan, a seguito delle proteste, potrebbe costringere Pechino a cambiare rotta

PECHINO - Protesta non fa rima con mercato e nemmeno con profitto. Questo lo deve aver capito bene anche Xi Jinping che, a inizio settimana, ha fatto i conti con l'indebolimento dello yuan (deprezzatosi quasi dell'1%) e con il netto calo in Borsa. Il tutto a seguito dei movimenti di protesta - la così detta rivoluzione dei cartelli bianchi - scatenatasi in risposta alle politiche draconiane di "contagio zero". Sono infatti di oggi i "rumors" secondo cui, conseguentemente al lunedì nero, Pechino potrebbe aver deciso di mollare la stretta sulle liberà dei cittadini. La domanda sorge dunque spontanea: se fosse la Borsa a restituire la libertà ai cittadini cinesi? Per capirlo, partiamo dall'inizio.

Proteste e lunedì nero - Gli investitori - si sa - si tengono ben lontani da mercati che danno segni di imprevedibilità. Ecco spiegata per la Repubblica Popolare la peggior giornata borsistica da un mese a questa parte: l’indice Csi 300 lunedì ha perso l'1,1%, dopo un picco all’ingiù del 2,7%. E se non è stato crollo, poco ci è mancato. La tempesta ha contagiato poi tutti i mercati europei. Milano ha chiuso con un calo dell'1,12%, Londra a -0,16%, Francoforte -1,06% e Parigi -0,70%.

Crisi finanziaria e immobiliare, si corre ai ripari - Ma non c’è solo il problema delle proteste da ridimensionare. Il governo del dragone deve anche fare i conti con il rischio bancarotta del colosso immobiliare Evergrande, che ha 300 miliardi di dollari di debito. La società è però prossima a presentare un piano di ristrutturazione a dicembre. Si corre dunque ai ripari, anche rimpinguando le linee di credito delle grandi compagnie immobiliari: sono i 140 miliardi di dollari messi a disposizione dalle principali banche commerciali del Paese.

Allentamento restrizioni e ripresa in borsa - Se Pechino cerca di mettere un freno al rischio contagio della crisi immobiliare. Ci si muove anche all'interno del mercato finanziario. Il governo cinese sembra essersi definitivamente reso conto della pericolosa correlazione tra restrizioni Covid, proteste e andamento delle borse. E così - oltre alla notizia dell’intervento finanziario a sostegno della crisi immobiliare - è stata consentita la diffusione, a mezzo social media, di voci non ufficiali, secondo cui, XI Jimping starebbe considerando di ridimensionare la propria politica zero-Covid. In borsa il vento è immediatamente cambiato: nel corso della giornata Shenzhen si è trovata a scambiare a +2,28%, Shanghai (+2,31%) e Hong Kong (+3,74%).

Un auspicato cambiamento di rotta - Se non sarà dunque per il rispetto dei diritti umani, almeno dal punto di vista dell'andamento monetario e dei mercati finanziari, alla Cina converrà sterzare al più presto verso una nuova politica più tollerante, e finalmente più permissiva nei confronti delle libertà essenziali dei propri cittadini.

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