Nel mirino c'è l'amministratore delegato David Solomon, criticato da più parti
NEW YORK - Goldman Sachs si prepara a tagliare posti di lavoro e a ridurre i bonus, in iniziative che mettono sotto crescente pressione l'amministratore delegato David Solomon. E mentre il presidente della banca, John Waldron, difende le misure di taglio costi («Lo stanno facendo tutti», dice al Financial Times) i manager non nascondono il loro malcontento.
Nel mirino c'è proprio Solomon, l'ad da sempre ritenuto una strana scelta per una banca come Goldman che coltiva i suoi leader all'interno. Secondo quanto riporta il New York Post, Solomon non è amato da molti in casa Goldman Sachs, neanche dai manager e dai partner che stanno costruendo un caso contro di lui.
Fra le loro motivazioni per criticare Solomon c'è Morgan Stanley, la rivale è arrivata a valere 144 miliardi di dollari, molto più dei 116 miliardi di Goldman. Solomon è poi accusato di «favoritismi» e viene messa in dubbio per la sua fedeltà alla cultura della banca come 'stand alone'.
Nei suoi 153 anni di storia - aggiunge il New York Post - Goldman ha operato nella convinzione che sarebbe stata la protagonista in qualsiasi possibile acquisizione. E ora che molti all'interno dell'istituto ritengono che sia necessario un «accordo in grado di trasformare» la banca e renderla in grado di competere meglio con Morgan Stanley e JPMorgan, molti sollevano dubbi su Solomon che potrebbe consentire a Goldman di essere incorporata da un grande asset manager o da una banca.