Finanza, media, fabbriche. In Ticino e oltre Gottardo piovono disdette
ZURIGO - Il coronavirus licenzia, o comunque è una buona scusa. L'epidemia di Covid-19 sembra avere dato un'accelerata alla ristrutturazione di diverse grandi aziende in Svizzera e in Ticino.
L'ultima della lista è Numbrs, azienda zurighese attiva nella tecnofinanza. Confrontata con la mancanza di finanziamenti l'impresa ha annunciato ieri sera drastici tagli al personale: potrebbero perdere il lavoro fino a 62 dipendenti, ossia circa la metà dell'organico.
In Ticino ad aprire le danze è stata la Mikron di Agno, che a marzo ha annunciato il licenziamento di 110 dipendenti. Sempre a Sud delle Alpi, altri impieghi sono stati soppressi da Philipp Plein, tra le critiche del sindacato Ocst.
La multinazionale Georg Fisher ha lasciato a casa 18 persone presso la controllata Agie a Losone. Il gruppo di Sciaffusa - riferisce l'Ats - fa anche ricorso in grande stile al lavoro ridotto, e il top management si è ridotto i compensi del 10-20%.
Oltre ai tagli già annunciati, si parla di ulteriori riduzioni di personale presso il gruppo mediatico zurighese TX Group. Stando a Syndicom la società sta pianificando un'importante ristrutturazione, tra cui una fusione organizzativa tra le redazioni del Bund e della Berner Zeitung, nonché fra quelle dei giornali regionali di Zurigo e del Tages-Anzeiger.
Uno scenario simile sembra prendere forma presso l'editore NZZ. Nel mese di giugno la dirigenza del gruppo presenterà al consiglio di amministrazione un programma di risparmio che dovrebbe portare a licenziamenti. Secondo quanto riportato dalla stampa i tagli raggiungerebbero il 10% delle maestranze.
Altre aziende svizzere stanno agendo con maggior cautela nell'esporre i loro collaboratori alle incombenti difficoltà economiche. Ad esempio Clariant ha sospeso il piano, presentato a febbraio, di cancellare tra 500 e 600 posti di lavoro. Il gruppo renano attivo nel settore delle specialità chimiche prevede di riprendere in mano la riorganizzazione in settembre.