Dal lato del settore alberghiero e della ristorazione si registra un terribile -23,4%
BERNA - La pandemia di coronavirus e le restrizioni imposte per limitarla hanno pesato fortemente sull'economia svizzera nel primo trimestre: il prodotto interno lordo (Pil) si è ridotto del 2,6%, a fronte di una crescita dello 0,3% nei tre mesi precedenti.
Un calo massiccio si osserva nel commercio (-4,4%) e nel settore alberghiero e della ristorazione (-23,4%), che ha dovuto fare i conti, già da inizio marzo, con la diminuzione degli ospiti dall'estero, informa la Segreteria di stato dell'economia (Seco) in un comunicato odierno.
Il ramo trasporti e comunicazioni (-5,1%) ha fatto registrare la maggiore perdita degli ultimi 30 anni, a causa della soppressione di gran parte dei voli e dei collegamenti ferroviari.
Un impulso negativo di dimensioni storiche è arrivato inoltre dal settore sanitario (-3,9%), dato che molti trattamenti sono stati temporaneamente sospesi. Hanno invece sorretto il PIL l'amministrazione pubblica (+0,8 %) e il settore finanziario (+2,3%). Complessivamente sono però diminuite sia le esportazioni (-4,4%) sia le importazioni (-1,2%) di servizi.
Le misure di contenimento e la grande insicurezza hanno portato alla massiccia diminuzione dei consumi privati (-3,5%): la chiusura dei negozi a partire dal 17 marzo ha determinato un forte calo nell'acquisto di mobili e abbigliamento, ma pure le spese per la mobilità, il tempo libero e la salute sono nettamente diminuite.
Anche gli investimenti nelle costruzioni si sono sviluppati al ribasso (-0,4%), così come quelli nei beni di equipaggiamento (-4,0%). Il consumo dello Stato (+0,7%) è stata l'unica componente della domanda interna a sostenere la congiuntura. In conclusione, la domanda finale interna (-2,7%) ha subito la contrazione più marcata degli ultimi decenni.
L'industria manifatturiera (-1,3%) ha fatto registrare il maggiore calo dopo quello dovuto la rimozione del tasso di cambio minimo tra franco ed euro a inizio 2015. A causa del cedimento congiunturale a livello mondiale vi è stata una sensibile diminuzione delle esportazioni in molti settori industriali.
Si è in compenso sviluppata positivamente la voce dell'export - molto importante - dei prodotti chimico-farmaceutici che, insieme a quella del commercio di transito, ha portato all'aumento del totale delle esportazioni di merci, oggetti di valore esclusi (+3,4%). Le importazioni di merci (-1,1%) sono invece diminuite, dato il calo della domanda interna.
La Seco ha anche rivisto i dati sul Pil del 2019: la crescita reale è stata dell'1,0% invece del +0,9% indicato in precedenza. Al netto delle manifestazioni sportive risulta un +1,4%.