Il deficit è passato dal 206 milioni di franchi a 84.
ZURIGO - Nei primi sei mesi dell'anno Alpiq ha ridotto il deficit: la perdita netta si attesta a 84 milioni di franchi, contro 206 milioni nello stesso periodo dell'anno scorso. Il fatturato è sceso del 18% a 1,83 miliardi di franchi, ma gli ammortamenti sono diminuiti da 324 milioni di franchi a 65 milioni.
Il deficit al lordo d'interessi e tasse (Ebit) si è così ridotto a 70 milioni, rispetto ai 206 milioni del primo semestre 2019, secondo il rapporto intermedio pubblicato oggi.
Il margine operativo lordo (Ebitda), esclusi gli ammortamenti, è più che raddoppiato a 116 milioni.
L'utile lordo rettificato della produzione di energia elettrica in Svizzera è risultato positivo per 37 milioni, contro una perdita di 56 milioni nel 2019. La produzione non indigena ha generato un risultato più che dimezzato a 24 milioni, principalmente a causa dell'abbandono del carbone. Il commercio internazionale di energia ha generato un maggiore EBITDA rettificato di 5 milioni franchi a 58 milioni.
Il gruppo sottolinea che vi è stato un massiccio calo della domanda di energia elettrica durante il lockdown in aprile e maggio in particolare, che si è tradotto in una riduzione dei prezzi. Tuttavia, la copertura della produzione del gruppo per due o tre anni ha permesso di proteggerlo da questi effetti negativi.
Grazie in particolare al miglioramento del cash flow operativo da 100 milioni a 180 milioni, l'azienda energetica è riuscita a ridurre l'indebitamento netto a 64 milioni di franchi, contro i 206 milioni di sei mesi prima.
Per l'intero esercizio la direzione prevede di rimanere al di sopra della soglia di redditività operativa in termini rettificati.