Sono migliaia i giovani svizzeri senza lavoro a causa della pandemia, la Seco «Colpiti in modo sproporzionato»
Le storie di Celine, Angel Luis e Aurora, fra frustrazione e dubbi per il futuro. L'esperta: «Anche le aziende devono fare la loro parte»
BERNA - Un agosto da allarme rosso per quanto riguarda la disoccupazione, a confermarlo la stessa Seco con il suo rapporto mensile.
A colpire particolarmente, in questo momento delicato figlio dell'incertezza da coronavirus, è il tasso di disoccupazione giovanile: sono più di 20'000, infatti, le ragazze e i ragazzi fra i 15 e i 24 anni a essersi trovate/i alla soglia di settembre senza un lavoro.
Un tasso del 3,9% che non era così alto dal 2010 a questa parte: «Quell'anno in particolare soffriva dei postumi della crisi economica globale, quest'anno invece possiamo parlare di "crisi Covid"», commenta Fabian Maienfisch della Seco, «è un modello da manuale, quando c'è crisi la disoccupazione giovanile impenna. Quest'anno però i giovani lavoratori sono stati colpiti in modo sproporzionato».
Celine: «Nemmeno ti chiamano per un colloquio»
«Dopo i due anni di tirocinio come venditrice nel settore dell'abbigliamento ero sicura di avere il contratto in tasca», racconta Celine D. , «Poi però è arrivata la pandemia. Il negozio ha dovuto chiudere per due mesi, e il gruppo ha licenziato 600 dipendenti. Ho portato a casa un buon diploma ma non è bastato. Da allora cerco costantemente lavoro, ma senza successo, nemmeno ti chiamano per un colloquio. E poi l'assegno di disoccupazione non arriva, gli uffici di collocamento sono sepolti di domande. Anche se arrivasse, l'80% di una miseria non mi basta per pagare le bollette... Sto perdendo la speranza, vorrei avere almeno un'opportunità di far vedere che sono brava»
Uno dei motivi all'origine di questo vero e proprio stadio di giovani disoccupati riguarda gli apprendisti che hanno terminato il loro percorso e non trovano un posto di lavoro: «Il 28% delle aziende formatrici che abbiamo sentito hanno confermato come, per loro, quest'anno non è stato possibile integrare nel loro organico gli apprendisti», spiega la ricercatrice del Poli di Zurigo Ursula Renold che conduce un'analisi mensile sui tirocini in Svizzera.
Possibile soluzione: un sistema di sostegno per le aziende formatrici che decidono di assumere i loro apprendisti, ci sta pensando il Canton Zurigo. La mozione è stata approvata dal Consiglio di Stato e passerà al vaglio dell'esecutivo cantonale. L'iniziativa piace a Unia che spera possa essere da modello per tutta la Svizzera: «È una cosa positiva», commenta la sindacalista Kathrin Ziltener, «oltre a quello aiuterebbe anche un sistema di borse di studio per le scuole secondarie».
Angel Luis: «Per alcuni di noi è stato uno shock»
«Ho terminato il tirocinio come Addetto alla logistica CFP con un buon voto, malgrado questo a giugno a tutti gli apprendisti dell'azienda in cui mi sono formato è stato confermato che, a causa della crisi, non sarebbero stati assunti», spiega Angel Luis T. , «la cosa non mi ha scioccato, pensavo già a un cambiamento di settore visto che ad aprile mi ero infortunato dopo un incidente. Per alcuni di noi però è stato un vero shock, penso a un mio compagno di apprendistato che ci è rimasto particolarmente male. Adesso sto pensando di un perfezionamento, mi piacerebbe occuparmi di informatica o media»
Anche ricevere un assegno di disoccupazione dovrebbe essere più facile: «In un momento decisivo come la ricerca del primo lavoro non è giusto trovarsi nell'incertezza esistenziale», continua Ziltener, «chiediamo uno sforzo in più alle aziende, è vero che è un momento difficile ma la Confederazione le ha sostenute con le integrazioni per il lavoro ridotto: ora anche loro devono fare la loro parte non bloccando le assunzioni».
«In uno scenario di crisi come questo anche i giovani però devono essere un po' più flessibili», spiega invece Renold, «se stai mandando centinaia di candidature per un posto come impiegato nel settore del turismo, forse è meglio se cambi strategia. Non tutti i settori sono colpiti dalla crisi allo stesso modo». Il suo consiglio è di allargare i propri orizzonti: «Siate più dinamici, guardate al di fuori dei confini cantonali e dal vostro settore e non trascurate le grandi aziende».
Aurora: «Se continua così, è probabile che mi tocchi una nuova formazione»
«Ho completato il mio apprendistato nell'Industria metalmeccanica ed elettrica (MEM), già a maggio era chiaro che l'azienda per cui lavoravo non aveva intenzione di assumere», spiega Aurora V. , «da quel momento sono in cerca di un posto: mando candidature e mi sono registrata presso diversi uffici di lavoro interinale. Per ora nessuna chiamata. So che il settore è duramente colpito dalla crisi, se non dovessi trovare nulla è probabile che mi tocchi una nuova formazione».
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