Le riserve d'oro e le posizioni in valuta estera sono tra i principali artefici dell'utile da 15.1 miliardi.
ZURIGO - La Banca nazionale svizzera (BNS) ha proseguito la sua ripresa tra luglio e settembre. Nei primi nove mesi dell'anno ha registrato un utile di 15,1 miliardi di franchi, da attribuire principalmente alla plusvalenza realizzata sulle disponibilità in oro.
L'utile è in linea con le previsioni degli economisti di UBS, che si aspettavano un risultato di 15 miliardi di franchi.
Nel primo trimestre l'istituto di emissione aveva registrato una perdita di 38,2 miliardi di franchi a causa dello scoppio della crisi legata al coronavirus. I conti della BNS sono poi migliorati, facendo segnare un modesto utile di 0,8 miliardi di franchi dopo sei mesi.
Da gennaio a settembre le posizioni in valuta estera hanno generato un utile di 5,3 miliardi di franchi, nonostante perdite di cambio per 22,3 miliardi di franchi, ha indicato stamani la banca centrale in un comunicato.
Il risultato pubblicato oggi è dovuto essenzialmente all'oro, che ha generato un plusvalore di 9,1 miliardi di franchi. Il prezzo del metallo giallo, in un contesto di crisi e di corsa verso valori rifugio, è infatti salito del 19% nei primi nove mesi dell'anno. A fine settembre un chilogrammo del lucente metallo era scambiato a circa 56'000 franchi, contro i 47'222 franchi d'inizio gennaio.
L'utile sulle posizioni in franchi è stato complessivamente pari a 1,0 miliardi di franchi e risulta principalmente dagli interessi negativi applicati agli averi in conto giro.
Cosa aspettarsi per l'insieme dell'anno? «Il risultato della Banca nazionale dipende prevalentemente dall'andamento dei mercati dell'oro, dei cambi e dei capitali. Pertanto esso è soggetto a forti oscillazioni che rendono difficile trarre conclusioni per il risultato dell'intero esercizio», spiega la BNS nella nota.